BARLETTA - L’annuncio rappresenta una buona notizia: l’Autorità idrica pugliese «ha autorizzato l’intervento di risanamento degli scarichi sul lungomare di Ponente a Barletta dopo avere esaminato il progetto di Acquedotto pugliese, che la stessa Autorità finanzierà per un importo di 2.950.000 euro».
Lo ha fatto sapere ieri mattina Palazzo di Città. Ma c’è un aspetto che né la Geoprove srl di Ruffano (Lecce), che su incarico dell’Aquedotto Pugliese spa ha eseguito una caratterizzazione geotecnica ed ambientale dei terreni interessati dagli interventi, né i partecipanti alle conferenze di servizi che sono state celebrate il 21 marzo, 9 aprile, 30 aprile e 13 giugno 2019, né i rappresentanti della Giunta Cannito che hanno approvato il progetto definitivo (18 giugno 2019) e i dirigenti del Comune che hanno espresso parere favorevole hanno messo in evidenza, non foss’altro che per ottenere chiarimenti: da cosa ha origine e quali problemi eventualmente comporta il riscontro dell’anomala presenza di triclorometano (altrimenti detto cloroformio) nel sottosuolo nella misura di 9.560 volte sopra il limite di legge?
La tabella Per avere un riscontro, basta leggere la tabella riportata qui in pagina, inserita nella caratterizzazione ambientale effettuata dal direttore tecnico della Geoprove srl, dott. Marcello De Donatis (i campioni sono stati poi analizzati dal laboratorio Effemme del dott. Franco Mazzotta di Squinzano, azienda riconosciuta con sistema di qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001/2000, e con sistema di gestione ambientale certificato da UNI EN ISO 14001:2004).
Il Triclorometano (altrimenti noto anche come Cloroformio) risulta presente nella quantità di 1.434,082 microgrammi in un litro, mentre la soglia consentita è pari ad appena 0,15 microgrammi per litro. Perché questo valore abnorme? È pur vero che, leggendo la tabella alla voce «Incertezza» si riscontra un elevato dato di approssimazione («430»), ma non era allora il caso di ripetere la prova oppure di fornire qualche delucidazione in merito, anche e soprattutto alla luce della sospetta canceroginità del Triclorometano o Cloroformio che dir si voglia?
La relazione Si legge infatti nella relazione conclusiva sui materiali prelevati il 16, 17 e 18 luglio 2018 lungo la litoranea di Ponente: «I materiali soddisfano i requisiti di qualità ambientale previsti al fine di qualificare le terre e le rocce da scavo come sottoprodotti. Inoltre il contenuto in materiali di origine antropica presenti all'interno dei 5 campioni secondo quanto stabilito dall'allegato 10 del Decreto del Presidente della Repubblica 120/2017 è pari allo 0% su tutti i campioni. I parametri analizzati non superano in nessun caso le CSC (le Concentrazioni Soglia di Contaminazione rappresentano quei livelli di contaminazione delle matrici ambientali al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica, ndr), pertanto il sito non necessita di alcuna caratterizzazione successiva».
Aggiunge iI dott. De Donatis: «I risultati analitici, nonché le evidenze del sopralluogo preliminare in sito, restituiscono un modello concettuale del sito che permette di escludere contaminazioni in atto o storiche per il sito in esame. Alla luce di ciò, ne deriva che il materiale da scavo è idoneo ad essere utilizzato in situ direttamente, ossia senza alcun ulteriore trattamento, dal momento che il suo impiego non darà luogo ad emissioni e ad impatti ambientali. Le caratteristiche chimiche e chimico -fisiche dei campioni analizzati confermano che l’impiego del materiale di scavo nel sito pre scelto non determina rischi per la salute e per la qualità delle matrici ambientali interessate ed avviene nel rispetto delle norme di tutela delle acque superficiali e sotterranee, della flora, della fauna, degli habitat e delle aree naturali protette».
Supplemento d’indagine? Ma su quel dato anomalo del livello di Triclorometano/Cloroformio non sarebbe stato consigliabile effettuare un supplemento di indagine?
In attesa di avere delucidazioni in merito, il Comune sottolinea che «si tratta di realizzare 5.000 metri di nuove condotte di fognatura che andranno a potenziare l’attuale rete di raccolta dei reflui urbani nella zona del lungomare di Ponente, per contrastare le criticità e i problemi che si verificano soprattutto in caso di forti piogge che causano un sovraccarico delle condotte con conseguenti sversamenti sulla sede stradale e a mare».
E poi: «Ora AQP dovrà bandire la gara per l‘affidamento dei lavori, il cui inizio è previsto nei primi mesi del 2020. Si tratta di un intervento strategico se si considera che la condotta Premente, che dall’Impianto di sollevamento fognario del porto va al depuratore nei pressi del cimitero, trasporta più della metà della portata media di tutto l’abitato di Barletta.
«Il sistema delle condotte che portano i reflui al depuratore è fatiscente, i tubi sono vecchi e usurati, il che comporta guasti, rotture e disagi per la città, che in estate creano ancora più problemi quando, in caso di forti piogge, portano in mare i reflui - ha detto il sindaco Cosimo Cannito -. Quest’opera inoltre va considerata nel contesto più ampio degli interventi di riqualificazione e rigenerazione dell’ambito costiero, Canale H e Collettore D, che rappresentano il primo vero tentativo di cambiare e migliorare il litorale e il nostro mare».
A maggior ragione, non sarebbe sbagliato fare presto chiarezza sulla massiccia presenza di Triclorometano/Cloroformio riscontrata nell’area interessata ai lavori. Tempo e volontà non dovrebbero mancare. O no?