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A Barletta con robot chirurgico
su tumori bocca e vie respiratorie

 
Redazione On line

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Martedì 24 Aprile 2018, 13:24

BARLETTA - «Questo robot consentirà di diminuire i viaggi della speranza, non sarà più necessario per i pugliesi andare in un’altra regione italiana o addirittura all’estero per curare e intervenire su tumori della bocca e delle prime vie respiratorie, potranno farlo qui in Puglia, con costi contenuti per le loro famiglie».

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha pure la delega della sanità nella sede del polo universitario dell’ospedale "Dimiccoli» di Barletta. L’occasione è stata quella della presentazione di una strumentazione tecnologica avanzata, il "Flex robotic system», che consente di intervenire chirurgicamente su neoplasie a carico dell’apparato otorinolaringofaringeo, andando in profondità e senza ledere siti sani, attraverso un endoscopio flessibile robotizzato.

«Questo strumento - ha aggiunto Emiliano - consentirà anche di rafforzare, dal punto di vista chirurgico operatorio, la qualità della nostra chirurgia perché la casistica, cioè il numero di operazioni che un chirurgo compie, è molto importante per aumentare la sua abilità».

Il sistema è stato illustrato dal primario del reparto di Otorinolaringoiatria, Michela Barbara, in una conferenza alla quale, fra gli altri, ha partecipato anche il direttore generale della Asl Bt, Alessandro Delle Donne.

«Questo strumento tecnologico è fondamentale per migliorare l'assistenza e la guarigione dei pazienti affetti da neoplasie del cavo orale, della base della lingua, della laringe - ha spiegato Barbara - organi fondamentali che consentono all’individuo di alimentarsi e parlare».

«E' fondametntale per la vita di tutti i giorni - ha aggiunto - consentire un rapido ripristino delle funzioni di questi organi, perché non si può stare senza parlare o respirare».

«Normalmente - ha detto il medico entrando nei dettagli - si interviene attraversando strutture sane per arrivare nella zona del tumore, quindi avevamo un sito chirurgico da dover operare e quattro siti naturali demoliti o traumatizzati per raggiungere la malattia, dovendo poi guarire il sito malato ma anche il sito sano che avevamo traumatizzato, sconvolgendo la vita e le emozioni del paziente».

«Con questa particolare tecnologia - ha concluso Barbara - entriamo nel corpo umano e lavoriamo a contatto diretto con la malattia con uno strumento piccolo che ci consente di rimuovere la malattia a radicalità oncologica fondamentale». 

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