POTENZA - Le infrastrutture, quelle poche per un territorio orograficamente così complesso come la Basilicata. Le infrastrutture, croce e delizia del popolo lucano, da decenni al centro del dibattito politico e sociale ed oggi «cuore» della discussione sull’autonomia differenziata. Sono loro, le infrastrutture, le risicate infrastrutture presenti in Basilicata, una delle criticità evidenziate nel corso dell’incontro a Potenza della Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali in missione per la tredicesima tappa del ciclo di audizioni sull’indagine conoscitiva sui Livelli essenziali di prestazione, legati all’attuazione dell’autonomia differenziata.
Durante la riunione della commissione con i rappresentanti istituzionali e delle parti sociali lucani (erano presenti il presidente della Regione Vito Bardi; quello della Provincia di Potenza, Christian Giordano; il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca ed il presidente della Camera di Commercio, Michele Somma) è emersa una preoccupazione significativa proprio sull’insufficienza delle infrastrutture presenti sul territorio. Carenza che «incide sulla rete dei trasporti e complica la garanzia di servizi essenziali, soprattutto in un territorio vasto, caratterizzato da piccoli comuni spesso distanti tra loro» e «presenta criticità particolari rispetto ad altre regioni italiane, richiedendo dunque un’attenzione specifica e interventi mirati».
«Cerchiamo di capire la situazione della Basilicata. Raccogliamo quante più informazioni possibili per tutelare soprattutto le regioni che stanno più indietro di altre, per garantire che i livelli essenziali di prestazioni siano uguali da Canicattì a Imperia. L’obiettivo è fornire un quadro preciso prima delle decisioni finali del Comitato per la determinazione dei livelli essenziali che ci faranno capire quanto costeranno le prestazioni» commenta il presidente della Commissione bicamerale, il senatore Francesco Silvestro che si dice «estremamente soddisfatto» dei dati «preziosi per valutare lo stato dei servizi essenziali nella regione» e “«el dialogo instaurato e della documentazione raccolta, che costituiranno una base fondamentale per i prossimi passi della Commissione».
E tra le maggiori criticità che sono emerse in Italia vi sono le risorse umane, la difficoltà nella formazione e la riscossione dei tributi da parte delle Regioni. «Problemi comuni a tutti. Le Regioni fanno fatica a incassare i tributi locali, mentre nelle risorse umane tutti gli enti locali sono al di sotto della pianta organica e chi è in organico non è formato a tal punto da affrontare nuove sfide e nuove tecnologie» conferma il presidente Silvestro. La Commissione, intanto, continuerà il suo lavoro per arrivare, poi, ad una relazione finale sulle diverse questioni emerse.
Nel frattempo, a ribadire, ancora una volta, come l’autonomia differenziata sia una opportunità per il territorio lucano è il presidente Bardi. «Per la Basilicata è un’opportunità perché ci sono cose che possono fare solo le regioni e altre per cui è necessario lo Stato. In Basilicata, aver concluso con le compagnie petrolifere alcuni accordi e aver potuto reinvestire sul territorio quei soldi è già una forma di autonomia» spiega il governatore. Aggiungendo, poi, «se da un lato occorre focalizzarsi sulla parificazione dei Lep, superando il feticcio della spesa storica, dall’altro occorre puntare sulla perequazione infrastrutturale, precondizione per garantire l’accesso ai servizi ritenuti essenziali (sanità, scuola, mobilità), specialmente in Basilicata».
A ritenere che il vero snodo della riforma sia proprio la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni è, poi, il segretario regionale della Cisl, Vincenzo Cavallo secondo cui l’obiettivo è «garantire e finanziare in modo uniforme i livelli essenziali e i relativi fabbisogni e costi standard», assicurando al contempo «solidarietà e perequazione finanziaria ai territori con minore capacità fiscale, a partire dal Mezzogiorno e dalle aree interne del Paese». Indicazioni precise risuonate anche ieri durante le audizioni.