Sabato 06 Settembre 2025 | 12:22

Pagamenti alle imprese della Basilicata, il «pubblico» è in ritardo

 
Massimo Brancati

Reporter:

Massimo Brancati

Pagamenti alle imprese della Basilicata, il «pubblico» è in ritardo

In media si registrano 103 giorni di attesa. Ma la situazione sta migliorando

Lunedì 17 Luglio 2023, 13:47

POTENZA -Il vezzo tipico italiano «a pagare c’è sempre tempo» pesa soprattutto sulle piccole e medie imprese fornitrici di beni, servizi, prestazioni alla pubblica amministrazione. Negli ultimi anni qualcosa sta cambiando in positivo anche in Basilicata. Nel 2021 sulla base dei dati del sistema informatico Piattaforma dei crediti commerciali, gestita per il Ministero dell'Economia dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, la nostra regione risultava la più ritardataria impiegando mediamente 103 giorni per saldare un pagamento.

All'opposto la più puntuale è la Toscana con i suoi 16 giorni. I ritardi di pagamento, misurati attraverso l’Indice di Tempestività dei pagamenti (Itp) hanno cominciato già nel 2022 una fase di discesa, anche se secondo la Corte dei Conti si starebbe consolidando una tendenza che vede le Amministrazioni pubbliche privilegiare il pagamento in tempi brevi delle fatture di importo maggiore e ritardare intenzionalmente la liquidazione di quelle di importo meno elevato. Una modalità operativa che se da un lato mantiene basso il valore dell’Itp, dall’altro – evidenzia la Cgia di Mestre che ha realizzato un report - penalizza le piccole imprese che, generalmente, lavorano in appalti o forniture di importi nettamente inferiori a quelli «riservati» alle attività produttive di dimensione superiore. Va altresì segnalato che dall’estrapolazione dei dati degli Itp delle singole amministrazioni locali è emerso che molte realtà hanno migliorato le loro performance nel 2022, ottenendo valori negativi (ovvero hanno pagato in anticipo), ma i ritardi permangono elevati per i pagamenti riferiti agli anni precedenti. In buona sostanza, tante realtà amministrative liquidano per tempo le fatture dell’anno corrente, mentre tralasciano intenzionalmente quelle ricevute in passato. Una situazione da noi «a macchia di leopardo».

Accade infatti che l’Asp Potenza ha recuperato 21,50 giorni in media di ritardo, l’Asm accumula altri 8,65 giorni, il Comune di Potenza impiega in media 37,90 giorni per saldare una fattura e quello di Matera recupera 4,32 giorni in media dalla scadenza. Più alta la media di ritardo di tutti gli altri Comuni lucani (44 giorni). Il rapporto della Cgia di Mestre oltre a fotografare la situazione debitoria della Pa nei confronti delle micro-imprese indica le principali cause che hanno originato a questa cattiva abitudine che ci trasciniamo da decenni: su tutte la mancanza di liquidità da parte del committente pubblico; i ritardi intenzionali; l’inefficienza di molte amministrazioni a emettere in tempi ragionevolmente brevi i certificati di pagamento; le contestazioni che allungano la liquidazione delle fatture.

A queste cause ne vanno aggiunte almeno altre due che, tra le altre cose, hanno indotto, nel gennaio del 2020, la Corte di Giustizia europea a condannare lo Stato Italiano. Esse sono: la richiesta, spesso avanzata dalla Pa nei confronti degli esecutori delle opere, di ritardare l’emissione degli stati di avanzamento dei lavori o l’invio delle fatture; l’istanza rivolta dall’amministrazione pubblica al fornitore di accettare, durante la stipula del contratto, tempi di pagamento superiori ai limiti previsti per legge senza l’applicazione degli interessi di mora in caso di ritardo.

Che fare? È stata la Presidente della Commissione europea Ursula Von De Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione di settembre 2022, a rilevare la necessità di un nuovo intervento legislativo per contrastare il malcostume di pagare in ritardo che provoca addirittura un quarto dei fallimenti delle aziende europee. La Commissione Ue si è messa al lavoro e a settembre dovrebbe pubblicare la revisione della Direttiva del 2011. L’iniziativa europea arriva in una fase particolarmente delicata. In questi tempi di alta inflazione e di aumento dei tassi di interesse, infatti, pagare in ritardo o non pagare affatto i propri fornitori è il modo più semplice per finanziarsi senza chiedere prestiti in banca. Tutto questo sulle spalle delle imprese creditrici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)