L’ecodivano dispiega le ali. E la Basilicata del mobile imbottito scatta dai box sapendo di poter competere per un posto in prima fila nel salone internazionale del mobile, a Milano, un «gran premio» del settore casa-arradamento che mette in vetrina fino a lunedì 24 duemila espositori.
«Resistiamo alla crisi e innoviamo per il futuro», sintetizza il «miracolo» lucano, Saverio Calia, presidente della sezione legno e arredo di Confindustria Basilicata. Non sono solo i numeri a raccontare di un comparto che non arretra, nonostante l’impennata dei costi di produzione, a cominciare dai prezzi delle materie prime lievitate con la «coronacrisi» e ingigantiti dalla guerra ucraina. «Sono stati raggiunti importanti risultati, ma il cammino è tutt’altro che concluso», aggiunge Calia. Che affonda il dito nella piaga: «Fare impresa in Basilicata è inevitabilmente più complesso che altrove. E mi riferisco, in particolar modo, al grave deficit strutturale. Il gap di reti di collegamento è una condizione indegna rispetto alla qualità dell’impresa che in molti casi il territorio è in grado di esprimere. Su questo non si può più indugiare: sulla risoluzione della questione infrastrutturale di gioca il destino di tutta la Basilicata».
La sfida globale della riconversione d processi e prodotti sostenibile è complessa. Ma non trova le aziende lucane impreparate. Anzi. Le sei realtà in vetrina a Milan o sono il trionfo del green, a cominciare da divani rivestiti in tessuti prodotti da plastica riciclata. Tutto questo nel segno di quella che il presidente di Confindustria Basilicata legno e arredo indica come strada obbligata, l’ecodisegn, vale a dire una «progettazione basata sull’impiego efficiente di risorse e materiali, che consenta di limitare l’impatto ambientale legato alla produzione anche attraverso la riduzione della quantità di rifiuti generati, intervenendo su durabilità, riparabilità, possibilità di aggiornamento e riciclabilità dei prodotti stessi. Al contempo, è necessario puntare sempre più sull’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. Questo comporta la necessità di fare affidamento su competenze adeguate. L’impresa sostenibile crea nuovo e qualificato lavoro».
Milano è l’occasione più ghiotta per mettere in mostra i frutti lucani di questo ecopercorso virtuoso.
Viste da vicino le Sette Sorelle lucane del divano promettono scintille. «Nicoletti Home», tra i 18 modelli inediti, presenta il divano realizzato in un tessuto ricavato al cento per cento da plastica riciclata, da bottiglie raccolte in Piemonte e Lombardia. E così pure «Novaluna», per le quattro proposte realizzate con un filato ottenuto da bottiglie di plastica: 350 per un letto imbottito. « Incanto Italian Attitude» esibisce sedute imbottite con schiume poliuretaniche vegetali, prodotte con olio di semi di soia (quindi da fonti rinnovabili). «Egoitaliano» dedica un corner a «Flip», progetto di economia circolare che permette al consumatore du noleggiare il divano per 40 mesi e poi scegliere se riscattarlo, resituirlo o cambiarlo con uno nuovo. «Ciesse Tendaggi» sfodera prodotti ottenuti anche dal lino la cui lavorazione necessita di un minor consumo di acqua. E « Calia Italia» mette in vetrina divani e pouff con materiali di scarto.
Le frontiere green, dunque, non fanno paura. Anzi sono un grimaldello: Nicoletti ha un fatturato 2022 di 42milioni in crescita del 43% rispetto al 2022 anche per l’espansione su mercati esteri come la Gran Bretagna e nel primo timestre ha già superato gli undici milioni. Numeri che incoraggiano anche perché la pandemia «ha fatto riscoprire al consumatore il valore dello stare in casa», analizza Giancarlo Nicoletti.