Sabato 25 Ottobre 2025 | 15:57

Bari, una perizia definitiva sul crollo di via Pinto: progettisti e direttori dei lavori chiedono l'incidente probatorio

Bari, una perizia definitiva sul crollo di via Pinto: progettisti e direttori dei lavori chiedono l'incidente probatorio

 
Bari, una perizia definitiva sul crollo di via Pinto: progettisti e direttori dei lavori chiedono l' incidente probatorio

Le difese puntano a dimostrare che non furono gli interventi strutturali a far cedere l’edificio

Sabato 25 Ottobre 2025, 12:27

13:18

Una richiesta di incidente probatorio anticipata dieci giorni fa ed ora formalizzata per cristallizzare gli accertamenti su quel che resta dell’immobile di via Pinto imploso il 5 marzo scorso. A presentare le due istanze Giuseppe Modesti legale di Giuseppe Marano e Roberto Di Marzo come difensore di Giuseppe Antonio Massa. Marano e Massa sono indagati come progettisti e direttori dei lavori sulle opere strutturali in corso nel palazzo al momento del collasso.

Nell’indagine sul crollo dell’immobile coordinata dalla pm Silvia Curione con l’aggiunto Ciro Angelillis, sono al momento formalmente indagati i progettisti e direttori dei lavori delle opere architettoniche e strutturali Stefano Simone, Giuseppe Carlo Marano, Giuseppe Antonio Massa e Giuseppe Davide Tasso, il collaudatore delle opere strutturali Vincenzo Fanelli e il legale rappresentante dell’impresa che stava eseguendo i lavori, Vito Modesto Dell’Aera.

Secondo l’imputazione provvisoria, dopo lo sgombero disposto dal Comune di Bari a febbraio 2024, perché l’immobile era inagibile a causa di gravi dissesti statici, gli indagati avrebbero «elaborato un progetto di ripristino per la messa in sicurezza statica inidoneo allo scopo», utilizzando, tra le varie omissioni contestate, «elementi di puntellamento insufficienti (per tipologia, numero e disposizione) ad assicurare un efficace sostegno all’intera struttura». In fase esecutiva, poi, avrebbero adottato «procedure di manipolazione degli elementi strutturali non consone ai criteri di sicurezza dell’edificio», sottovalutando «il rischio di collasso dell’intero edificio».

Con queste ed altre condotte «attive ed omissive in corso di approfondimento» precisano i magistrati, avrebbe contribuito a causare il crollo «dell’intero immobile», imploso alle 18.44 del 5 marzo scorso, «con danneggiamento di porzioni di aggregato poste affianco dell’edificio».

Le richieste di incidente probatorio chiedono ora che il perito incaricato dia risposta a due domande: di «valutare resti, residui e pilastri collassati al piano interrato dell’immobile in via Pinto 6, oggetto del crollo e con riferimento agli elementi strutturali attualmente presenti al piano interrato individuando la loro posizione originaria ante crollo; e che si proceda alla valutazione delle condizioni strutturali dell’immobile crollato, desumibili in base alle configurazione dei resti strutturali, compresi i plinti di fondazione e le relative barre di armatura di attesa dei pilastri, ove ciò sia possibile».

[red. cro.]

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