Una situazione di incertezza e probabili problemi organizzativi rischiano di compromettere il regolare avvio delle attività amministrative e didattiche per il prossimo anno scolastico, nei diversi istituti di Bari e provincia che attendono la nomina dei nuovi dirigenti scolastici. È l’effetto degli strascichi giudiziari prodotti dalla pioggia di ricorsi all’ultimo concorso nazionale, presentati da 46 docenti pugliesi, 30 del barese, che nei giorni scorsi ha trovato un primo accoglimento da parte del Tar del Lazio. Infatti, con ordinanza della quarta sezione, presidente Mariangela Caminiti, il Tribunale amministrativo ha disposto «l’integrazione del contraddittorio» tra i docenti esclusi dal concorso e le parti coinvolte, ovvero il ministero per l’Istruzione e l’Ufficio scolastico.
I docenti aspiranti dirigenti scolastici contestano «la gestione delle prove del concorso svoltosi tra i mesi di maggio 2024 (prova preselettiva) e ottobre 2024 (prova scritta)», per questo dopo aver raccolto prove e documenti, hanno impugnato tutti gli atti del bando, chiedendo sia «l’annullamento dell’intera procedura concorsuale per presunte gravi anomalie» che «l’annullamento della graduatoria finale».
I posti a disposizione in Puglia sono 32, la metà nel barese. In 31 hanno superato le prove e, salvo interventi dell’autorità giudiziaria, dovrebbero entrare in servizio il prossimo 1 settembre. Ma il condizionale è d’obbligo perché un esercito di concorrenti esclusi è pronto a dare battaglia in ogni sede. Sono ben 2470 (un migliaio del barese) i candidati pugliesi bocciati. Molti, certi di aver subìto una ingiustizia, hanno dato vita con centinaia di altri colleghi delle altre regioni al «Movimento ordinaristi concorso nazionale per dirigenti scolastici 2023». Il primo atto prodotto è stato il ricorso al Tar del Lazio. I ricorrenti rappresentano di aver subito «notevoli pregiudizi in sede di svolgimento della prova scritta», denunciano nel ricorso affidato agli avvocati Domenico Naso e Francesca Virga, del foro di Roma. Pregiudizi che i giudici amministrativi intendono ora riscontrare in contraddittorio.
Il coordinamento nazionale del Movimento Ordinaristi ha anche scritto al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: «Segnaliamo una serie di anomalie che hanno minato la fiducia in una procedura che avrebbe dovuto rappresentare un modello di imparzialità, legalità e trasparenza». L’iniziativa giudiziaria potrebbe avere ripercussioni importanti sull’avvio del nuovo anno scolastico. In caso di sospensione cautelare delle nomine, gli istituti scolastici del barese e della Puglia rimarrebbero con sede vacante e, nelle more, dovrebbero essere affidati a dirigenti in servizio in altri plessi. Intanto, i docenti esclusi dal concorso nazionale sono sul piede di guerra e dopo aver chiesto «un immediato accertamento interno da parte del Ministero dell’Istruzione e la massima collaborazione dell’autorità giudiziaria», assicurano che in assenza di «accertamenti su eventuali responsabilità», non si fermeranno.