Sabato 06 Settembre 2025 | 23:46

Molfetta, gli eredi di Carnicella contro il Comune: non verremo alla commemorazione, lui era simbolo di legalità

 
Matteo Diamante

Reporter:

Matteo Diamante

Molfetta, gli eredi di Carnicella contro il Comune: non verremo alla commemorazione, lui era simbolo di legalità

La lettera dei familliari del sindaco ucciso nel 1992: non parteciperemo alla cerimonia organizzata dall'amministrazione, ne faremo una in forma privata

Martedì 01 Luglio 2025, 10:04

Il 7 luglio ricorre il 33° anniversario dalla morte del sindaco Gianni Carnicella, assassinato sul sagrato della Chiesa di San Bernardino dalla mano armata di Cristoforo Brattoli per aver detto “no” all’organizzazione di un concerto che avrebbe portato in città esponenti di clan criminali del territorio. Fu un vero e proprio delitto di mafia che dette il via negli anni successivi alle celebri operazioni antidroga “Reset” e “Primavera”. Il 7 luglio di ogni anno, alle 13.30 (ora dell’assassinio), le istituzioni civili, religiose e militari si ritrovano insieme alla famiglia Carnicella sul luogo del delitto per commemorare quel primo cittadino che sacrificò la propria vita per il bene della città.

Nelle ultime ore, tuttavia, è giunta la notizia di un vero e proprio strappo tra la famiglia del sindaco assassinato e l’attuale amministrazione comunale, finita nella bufera per una inchiesta giudiziaria che vede tra gli indagati anche l’attuale primo cittadino (sospeso) Tommaso Minervini. La famiglia Carnicella con una missiva protocollata in Comune ed indirizzata al vicesindaco, alla giunta comunale, ai consiglieri comunale e al segretario comunale ha comunicato la volontà di non presenziare alla commemorazione. Un durissimo schiaffo alle attuali istituzioni locali, nonché un modo per dissociarsi dalle situazione giudiziaria vissuta in Comune in questi mesi. «Proprio in ossequio a quella profonda sensibilità istituzionale che ha sempre ispirato l’agire di Gianni - si legge nella lettera della famiglia Carnicella fatta pervenire in Comune - riteniamo che non sussistano le condizioni per partecipare a una cerimonia che dovrebbe rappresentare, per chi amministra, un momento di autentica riflessione e impegno, un faro nella notte per coloro che, dopo di lui, portano la responsabilità della guida della Città».

Da qui il chiaro riferimento a quanto sta accadendo a Molfetta. «Purtroppo, la realtà odierna racconta un quadro profondamente diverso - prosegue la missiva - pur nel pieno rispetto del principio di garantismo e della presunzione di innocenza nei confronti delle persone coinvolte nel recente scandalo giudiziario che ha interessato il Palazzo di Città, crediamo che il ricordo di Gianni non possa e non debba ridursi a un atto rituale, svuotato dalla coerenza tra parole e azioni. Il suo sacrificio richiede, oggi più che mai, azioni concrete, ispirate ai valori di legalità, onestà e responsabilità civile per cui ha dato la vita. Per questi motivi, non riteniamo opportuno condividere il momento celebrativo organizzato dall’Amministrazione, scegliendo di ricordarlo in forma privata e familiare, lontano da ogni possibile strumentalizzazione». Non era mai accaduto, sinora, che la famiglia Carnicella disertasse la commemorazione.

Sabato il Tribunale del Riesame di Bari, accogliendo in parte le richieste dei legali di Tommaso Minervini ha convertito, la misura cautelare degli arresti domiciliari in «divieto di dimora, per un anno, circoscritto agli uffici comunali di Molfetta» che di fatto, secondo la legge Severino, porta alla sospensione dalla carica di sindaco.

«Questa decisione - si legge in una nota delle forze di opposizione di centrosinistra (Alleanza Verdi Sinistra, L’Alternativa, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Democratico, Partito Socialista Italiano e Rinascere ) - conferma la gravità delle accuse e la necessità che il sindaco si dimetta liberando la nostra città dal caos e dall’immobilismo amministrativo. Ci auguriamo che i consiglieri comunali di maggioranza abbiano la decenza di votare la mozione di sfiducia e permettano a Molfetta di ripartire il prima possibile e non di consumarsi in una lenta e dolorosissima agonia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)