BARI - Operazione fantasia. Con l’ingaggio di Gaston Pereiro il Bari spera di alzare il livello qualitativo della rosa. In un campionato storicamente equilibrato può far la differenza poter contare su individualità in grado di «spaccare» le partite e di indirizzare gli episodi dalla propria parte. L’uruguaiano fa parte di questa categoria di calciatori. Ha tecnica, personalità, coraggio. Ed è anche, dettaglio non trascurabile, un bravissimo ragazzo. Con un linguaggio essenziale ed equilibrato.
Pereiro, meglio di così non poteva cominciare pere lei. Subito un gol in maglia biancorossa.
«Peccato per il risultato. Viene sempre prima la squadra. Quindi non mi sono goduto la prima rete barese. Conta poco se non arriva il risultato. Non siamo riusciti a fare quello che avevamo preparato e ora stiamo lavorando per poter battere la Cremonese, sarà un’altra partita dura».
Che tipo di calciatore è Pereiro?
«A me piace essere libero di giocare sulla trequarti. Ho fatto anche l’attaccante centrale, a Terni c’era Raimondo che agiva in posizione più avanzata e io avevo il compito di inventare partendo qualche metro più indietro. Fondamentalmente preferisco svariare, però. Penso che sia il ruolo migliore per me».
La trattativa con il Genoa non è stata semplicissima. Tant’è che per il «sì» c’è stato da attendere un bel po’.
«Abbiamo iniziato a parlare alcune settimane fa, poi c’erano stati problemi in attacco con il Bari che averva la priorità dell’ingaggio di un attaccante. Quell’aspetto ha ritardato il buon esito dell’operazione. Ora sono qui e sono felice di essere a Bari».
Quanto tempo ci vorrà per vedere il miglior Pereiro?
«Al Genoa ho giocato poco ma mi sono allenato sempre. Sto conoscendo bene i compagni e sono pronto a dare il massimo».
Lei è nato l’11 giugno, la stessa nata del famosissimo Bari-Cagliari finale playoff.
«Ero in Uruguay con amici, l’abbiamo vista in tv e sono contento di essere qui. Il San Nicola pieno è uno spettacolo emozionante e spero di viverlo così quanto prima. Anche in Sudamerica c’è tanta passione per il calcio, ho deciso di venire qui anche per questo ambiente».
A Bari ritrova Falletti, uruguaiano anche lui.
«Lo conoscevo già, abbiamo un rapporto molto buono. Anche in ritiro siamo compagni di stanza e c’è una bella intesa. Conoscevo già Lella, Favilli, Favasuli, con i quali avevo già giocato. Sono felice di essere qui».
A Bari c’è grande attesa sul suo conto. Avverte questa responsabilità?
«Sto lavorando bene con i compagni, non mi sento responsabile della possibilità di aumentare il tasso tecnico della squadra. Sono qui per mettermi a disposizione di tutti e per aiutare il gruppo. Speriamo vada tutto bene».
Cosa è mancato finora nella sua carriera per potersi confrontare su palcoscenici della massima serie?
«Direi sin qui un po’ di continuità. A Cagliari non l’ho trovata e ho passato un momento non positivo, speriamo di trovarla qui e di poter aiutare il Bari ad andare oltre».
Quanto si sente cambiato rispetto alla parentesi con il Psv, in Olanda?
«Mi piace giocare sulla trequarti, ricevere il pallone, fare qualche assist e stare sempre a contatto con il pallone. L’esperienza al Psv è stata bellissima, ho giocato la Champions League e sono cresciuto tanto».
Sabato arriva la Cremonese.
«Ha giocatori molto forti, ma li abbiamo anche noi e speriamo di fare una bella partita e prendere tre punti. Conta solo quello».
















