BARI - Era un addetto alle pulizie negli uffici della Regione Puglia, lì dove aveva conosciuto Francesco Dogna. Dopo il delitto di Santo Spirito, però, raccontava al telefono che aveva bisogno di rinnovare il passaporto e trasferirsi fuori l'Italia, per trovare un nuovo lavoro e mantenere i suoi figli. Sono alcuni dettagli che emergono su Antonio Rizzi, il 42enne reo confesso dell'omicidio di Francesco Dogna, commesso la notte tra 7 e 8 gennaio nella casa della vittima. I racconti degli amici di Dogna, riportati nell'ordinanza di convalida del fermo, descrivono il killer come «un malavitoso di Japigia», un uomo di cui Dogna si sarebbe servito per «risolvere un problema». Ossia, recuperare la liquidazione di circa dieci mila euro da un suo vecchio socio in affari, con cui gestiva un b&b in zona Santa Fara. Cifra che, poi, avrebbe effettivamente ottenuto con l'aiuto del 42enne.
Il Rizzi lo chiamava, in maniera confidenziale, “Ba Cì", "compare Ciccio". Non solo: recentemente, Dogna sarebbe stato invitato al battesimo del figlio più piccolo di Rizzi, invito che aveva declinato «per lo spessore criminale del soggetto» facendo comunque un regalo.
Tra i due, come emerge dalle testimonianze, vi sarebbe stata una relazione di tipo sessuale, ma ai suoi amici Dogna ha raccontato che, nell'ultimo periodo, provava un certo disagio nei confronti del 42enne, a causa della sua invadenza, tanto da bloccarlo su Whatsapp. Anzi, solo qualche giorno prima il delitto, confidandosi con un suo amico avrebbe «maledetto il giorno» in cui l'ha incontrato. Rizzi, tossicodipendente e pregiudicato, con procedimenti penali a carico per rapina e maltrattamenti, armi e mafia, frequentava abitualmente il Sert per una dipendenza da cocaina: dalle analisi delle chat Whatsapp tra la vittima e il suo killer (il quale usava un numero intestato a sua moglie), è emerso che Dogna voleva aiutare Rizzi, invitandolo a rivolgersi a un centro di cura e a dei dottori specifici. Un aiuto che la vittima avrebbe chiesto anche a dei suoi amici, che avevano contatti con associazioni di volontario, per ripagarlo dell'"intermediazione" di Rizzi nell'affaire del b&b.