Sabato 06 Settembre 2025 | 21:18

Bari, la sorella del boss citata da Emiliano è la madre di un killer di mafia

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Mafia a Bari, la sorella del boss di cui parla Emiliano è madre del killer di Fazio

Emanuella Capriati ha precedenti penali per furto. Il figlio della donna oggetto del racconto di Emiliano è stato condannato a 15 anni ed ha poi chiesto perdono ai familiari del 16enne ucciso per sbaglio nel 2001

Lunedì 25 Marzo 2024, 06:00

07:50

BARI - «Non sono mai andato a casa della sorella del boss Antonio Capriati. Michele Emiliano non ricorda bene, gli ho anche mandato un messaggio ieri sera dopo tutte le polemiche, mi ha risposto che forse si è confuso». Dopo il bagno di folla di sabato in piazza Ferrarese, per il sindaco Antonio Decaro l’abbraccio di Bari è continuato anche ieri mattina: jogging sul lungomare, in compagnia di un amico, scarpe tecniche Nike («Me le ha comprate mio cugino, con lo sconto») e maglia tecnica, un po’ di dolore dalla sciatica. Ma non ha corso molto: ogni pochi passi qualche cittadino lo fermava, lo abbracciava, chiedeva un selfie. «Vai Antonio, siamo con te». E lui, come sempre, non trattiene le lacrime.

Ma il tema del giorno è ancora la visita a casa della sorella del boss Capriati di cui ha parlato sabato Emiliano dal palco della manifestazione pro-Decaro. Emanuella Capriati, sorella di Tonino, ritenuto lo storico boss di Bari vecchia, non è «incensurata», come ha detto Emiliano. Non ha precedenti per mafia, ma è stata arrestata e condannata più volte per furti nei negozi ed ha a suo carico denunce per evasione. Ed è la madre di Francesco Annoscia, uno dei condannati per l’omicidio di Michele Fazio, il 16enne ucciso per sbaglio nel 2001 a Bari Vecchia: fu a casa della donna, secondo le indagini della Polizia, che l’assassino e i suoi complici andarono a rifugiarsi dopo aver capito di aver sparato alla persona sbagliata.

Michele Fazio venne ucciso da un commando dei Capriati che dovevano in realtà colpire un uomo vicino al clan Strisciuglio. Raffaele Capriati (esecutore materiale) e Francesco Annoscia vennero condannati in abbreviato, dopo che l’indagine-bis della pm Desirèe Digeronimo aveva ipotizzato nei loro confronti le accuse di omicidio volontario e detenzione di armi con l’aggravante di avere favorito una associazione mafiosa. Annoscia, all’epoca dei fatti 18enne, ha poi chiesto scusa con una lettera dal carcere...

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