BARI - Gianfranco Grandaliano era a conoscenza dell’intervento dell’imprenditore Rocco Lombardi in occasione del ricevimento organizzato nel 2017 per la sua festa di compleanno presso il Wonder Beach di Mola di Bari. E per questo l’ex direttore generale dell’Ager avrebbe dovuto astenersi in relazione alla procedura per assegnare a Ercav - società del gruppo Lombardi - Il finanziamento degli interventi di pulizia delle strade nel Comune di Cellamare.
È questa la motivazione con la quale il gup del Tribunale di Bari Vittorio Rinaldi ha condannato Grandaliano a un anno per corruzione propria. Lombardi il 6 agosto 2017 ha pagato una cena da 2.900 euro per 20 persone in occasione del 50esimo compleanno di Grandaliano, il quale a sua volta lo avrebbe informato dell’imminente stanziamento delle somme relative alla rimozione dei rifiuti e pulizia delle strade. E subito dopo l’allora direttore dell’Ager firmò il decreto che autorizzava il finanziamento di circa 20mila euro in favore della ErCav.
È stato lo stesso Lombardi a ricostruire la vicenda davanti al giudice: «Lui mi disse che la moglie stava per organizzare una cena e così mi prodigai subito a dire “Non ti preoccupare me la vedo io, vado a parlare subito per fare un’ottima figura”. Lui sapeva che io là ero di casa e mi sono recato la sera stessa, in quanto qualche giorno dopo dovevo partire in montagna (…) parlai cinque minuti con il signor De Tullio, una cosa veloce, in cui non parlammo assolutamente di prezzo o di chi dovesse pagare. Gli dissi: “Per favore fammi fare una bella figura poiché è una persona a cui tengo, è una persona che lavora in Regione…questo è vero, lo dissi”». E ancora: «La mia intenzione non era quella di pagare la cena ma solo di far vedere il mio intervento quanto fosse valso e quindi volevo far sapere... volevo far sapere quanto era, che poi sarei intervenuto per fare uno sconto, e infatti dissi: “Aspetta fai pagare, magari se glielo vuoi dire glielo dici, poi vediamo perché devo intervenire io per avere lo sconto”».
Il giudice è quindi giunto alla conclusione che Grandaliano ha sì ricevuto un’utilità per se o per la moglie - che doveva pagare la cena -, «utilità costituita dal risparmio derivante dal mancato pagamento del prezzo della cena» e che lo stesso manager «era perfettamente a conoscenza dell’intervento dell’imprenditore: il che integra comunque un’utilità, consistita nel risparmio di spesa, evenienza, questa, di cui Grandaliano ha, quantomeno, accettato la promessa».
Per quanto riguarda il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, Rinaldi sottolinea la gravità della condotta, tenuta da Grandaliano come commissario ad acta dell’agenzia. «Tale circostanza non ha esercitato nell’imputato alcun effetto deterrente con riguardo all’insorgenza ed al consolidamento di relazioni personali intessute, per diverso tempo, con imprenditori privati, professionalmente dediti proprio allo svolgimento di servizi di gestione dei rifiuti per conto degli enti comunali, con grave conseguente violazione dei doveri di imparzialità quale pubblico ufficiale».