BARI - «Forse è tardi per sperare ancora nella promozione diretta. Ma il Bari ha il dovere di prendersi un posto ai playoff». Francesco Palmieri non abbandona mai la squadra della sua città. L’ex attaccante ha concluso proprio in biancorosso la sua lunga e gloriosa carriera (39 presenze e otto reti dal 2001 al 2003) e proprio da team manager dei Galletti ha cominciato il percorso da dirigente che lo ha portato prima ad essere il responsabile del settore giovanile del Parma, quindi da otto anni ricopre la medesima mansione al Sassuolo, segnalandosi come uno dei migliori manager sulla scoperta dei giovani nel panorama nazionale. «Un occhio al Bari, però, non manca mai», assicura il 56enne dirigente. Che analizza il cammino dei pugliesi tra campionato, il mercato in corso, prospettive future.
Francesco Palmieri: la serie B scalda i motori e nel prossimo weekend si riprende. Come riparte il Bari?
«Non si può negare che fin qui tutto sia filato nel verso migliore. Non so se il dolore per la finale playoff persa abbia avuto riverberi sull’attuale campionato. Penso, invece, che si sia pagata l’inevitabile necessità di cambiare tanto, l’aver perso alcuni cardini passati in A come Caprile, Cheddira e Folorunsho, ma per esperienza sono d’accordo nel non trattenere chi ha richieste dalla massima categoria. In più, pesano i gravi infortuni a Menez, Maiello e Diaw. Però, non sono “catastrofico”: la serie B è un campionato durissimo, si può parlare di flop soltanto se si è coinvolti nella lotta per non retrocedere perché in quel contesto chiunque può rischiare. Il Bari, però, non è mai caduto in basso: è una squadra un po’ altalenante, ma il tempo per cambiare l’inerzia della stagione non manca».
Quali possono essere i reali obiettivi dei Galletti?
«Devo essere onesto: ci sono squadre che, secondo me, sono irraggiungibili. Non si recuperano 18 punti ad una compagine attrezzata come il Parma o dodici a formazioni forti come Venezia e Como, così come terrei d’occhio Cremonese e Palermo che pure vedo più attrezzate del Bari. Tuttavia, è pur vero che in zona playoff ci sono Cittadella, Modena e Catanzaro che non sono superiori al Bari. Quindi, le possibilità di reinserirsi tra le prime otto non mancano. Certo, occorre un girone di ritorno ad alta velocità perché il distacco accumulato non è minimo. Ma una piazza del genere ha l’obbligo di crederci fino in fondo. Ora, però, è fondamentale trovare quella continuità di rendimento mancata nel girone d’andata».
La società punta a cambiare marcia attraverso il mercato: è possibile?
«Nel mercato di gennaio spesso non puoi scegliere, ma cogliere le opportunità giuste. E questa possibilità è alla portata di tutti, non solo del Bari. Ciro Polito conosce bene il mestiere: se è particolarmente attivo, significa che vuole soprattutto cambiare l’aria di un gruppo che forse respira l’insoddisfazione per non essersi espresso al meglio. In tal senso, una ventata di nuovo entusiasmo può fare bene. Così come occorrono elementi funzionali al calcio di Pasquale Marino: un allenatore che ha idee chiare e grande esperienza, ma deve anche avere materiale utile a sviluppare il suo calcio. Intanto, è arrivato Lulic che è un centrocampista molto completo: forte fisicamente, tecnico, molto applicato».
Si parla molto di possibili dialoghi con il “suo” Sassuolo tra Moro o altri giovani: c’è qualcosa di vero?
«Magari qualche chiacchiera in corso può esserci, ma, siccome siamo parte interessata, non posso aggiungere di più…Una cosa, però, è certa: il Sassuolo crede molto nei giovani, soprattutto se italiani. Qualcuno di loro ha bisogno di fare esperienza e se dessero una mano alla squadra della mia città ne sarei felicissimo…».
Che pensa di Tommaso Fumagalli, centravanti della Giana Erminio che sembra piacere al Bari?
«È un profilo interessante perché è giovane, ma ha pur sempre 23 anni e non è un emergente. Perciò, potrebbe avere le spalle larghe abbastanza per reggere il peso di una grande piazza. Fumagalli non è un “robot” sul piano fisico, ma è molto completo: è rapido, dinamico e furbo. E fiuto del gol. Piace a molte squadre di B e pure a qualcuna di A: il Bari, in generale, farebbe bene a puntare su chi ha fame. La voglia che ti danno i giovani, soprattutto se hanno la testa giusta, è un carburante unico. E poi le squadre forti si costruiscono un pezzo alla volta: cominciare ad inserire elementi utili anche in prospettiva significa guardare al futuro. E quello biancorosso deve necessariamente puntare alla promozione nel più breve tempo possibile».