BARI - Dalle risse agli atti di bullismo; dal disturbo della quiete pubblica ai colpi di una pistola giocattolo esplosi contro un professore in classe (venerdì 29 settembre nell’Istituto Romanazzi); dai pestaggi all’uscita da scuola al lancio di pietre e uova contro il pullman dell’Amtab (giovedì sera in viale Europa); dalle baruffe a suon di scapaccioni tra ragazze inviperite dalla gelosia a Parco Rossani (venerdì 20), alle bastonate inflitte, sempre per gelosia, al fidanzatino della studentessa quattordicenne ribelle appena fuori dell’istituto De Lilla (martedì 10); fino ad arrivare a piccoli furti e rapine consumate in branco.
La nuova emergenza in materia di gioventù bruciata e devianza minorile si chiama «teen gang». Sono le comitive di pre adolescenti in età puberale (che per le ragazze si svolge in un range compreso tra gli 8 ed i 13 anni mentre nei maschi tra i 9 ed i 14), la new generation del modello ragazzi e ragazze di strada, nelle cui fila militano Centennials e generazioni Alpha, fratelli e sorelle più piccoli delle baby gang, le bande criminali giovanili.
Un fenomeno in aumento a Bari e negli ultimi due anni e sta creando un allarme sociale sempre più diffuso. Una specie di paranza dei bambini che non arruola solo i rampolli delle famiglie camorristiche ma anche Post Millennians di buona famiglia, piccole e media borghesia al di sopra di ogni sospetto.
È il caso dei due quindicenni che gli investigatori della Squadra mobile, guidata da primo dirigente Filippo Portoghese, hanno individuato e segnalato al Tribunale per i minori dopo l’aggressione avvenuta davanti all’istituto De Lilla Santarella di uno studente della stessa età.
Secondo la ricostruzione elaborata analizzando le immagini di alcune telecamere di sicurezza installate nei pressi dell’istituto e sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate dalla vittima e da alcuni testimoni, gli aggressori, giunti in moto, dopo aver seguito il coetaneo mentre si incamminava lungo via Di Vagno, lo hanno fermato e preso pugni pare a causa dei comportamenti della sua fidanzatina.
Episodio analogo si è verificato la scorsa settimana davanti all’istituto De Viti De Marco nella vicina Triggiano. A separare i giovanissimi litiganti, studenti appena usciti di scuola, mentre se le stavano dando di santa ragione, un volontario dell’Associazione nazionale finanzieri d’Italia (Anfi), L’associazione dall’inizio dell’anno sta garantendo pubblica assistenza, prima dell’inizio e dopo della fine delle lezioni davanti a otto diversi istituti scolastici scelti dalla Città metropolitana di Bari.
Avevano superato l’età puberale i due diciassettenni che un mese fa, con una pistola giocattolo hanno sparato ad un professore mentre si trovavano nei corridoi dell’Istituto Romanazzi. I due studenti «pistoleri» sono stato sospesi per 15 giorni. Il caso è già oggetto di un procedimenti civile che sta scavando nella vita familiare e personale dei due adolescenti. Il procedimento penale servirà ad accertare se sono stati commessi dei reati perseguibili d’ufficio.
Le ragioni dell’aggressività e della devianza pre adolescenziale vanno cercate nel peso psicologico e nella pressione sociale che oggi più di ieri esasperano il narcisismo dei ragazzi. La ricerca di identità di pre adolescenti e giovani sbatte contro richieste e aspettative vissute come macigni, da cui si difendono fuggendo o contrattaccando. Fuggono quando prendono derive consumistiche o quando si rinchiudono in se stessi. Attaccano quando esprimono ribellione insulsa, con sfoghi di aggressività imprevedibile su facili obiettivi a portata di mano, legittimati dallo stigma della diversità della vittima .
Dopo le ultime aggressioni la Questura ha pianificato un’attività di prevenzione più intensa. Presidi più frequenti nei luoghi frequentati dalle comitive giovanili e nelle zone della città dove sono già avvenute aggressioni, furti e violenze.














