BARI - «Non vedo un Bari in crisi: la sfida con la Reggiana può servire ai biancorossi per trovare nuovo slancio in classifica». Ci sarà anche Marcello Montanari sabato al Mapei Stadium per vedere all’opera i Galletti contro gli emiliani. L’ex difensore, 58 anni, è un doppio ex di lusso del match: nato a Portoferraio in provincia di Livorno, ha messo radici proprio a Reggio Emilia, la città in cui è cresciuto calcisticamente, il club nel quale prima ha esordito da professionista (sette presenze nel 1983-84) e poi ha cominciato il percorso da allenatore (dal 2008 al 2014 è stato tecnico del settore giovanile e «vice» della prima squadra). Ma nel Bari ha speso la fase più lunga e gloriosa della sua carriera: 130 presenze e un gol dal 1992 al ‘97, con due promozioni conseguite dalla B alla A e altrettanti tornei disputati nel massimo campionato. «Della mia esperienza in Puglia serbo ricordi fantastici», afferma Montanari. «Ho avuto la fortuna di vivere una piazza speciale e di giocare in uno stadio fantastico che trasmette emozioni uniche. Da tempo non passo a Bari, ma il legame è intatto: colgo ogni occasione per vedere i Galletti all’opera quando giocano in zona».
L’ultima volta che il Bari è stato ospite al Mapei Stadium risale alla finale playoff del 2020…
«Ricordo bene di aver indovinato il calciatore a cui i biancorossi avrebbero dovuto prestare attenzione: ovvero, Kargbo che poi decise quell’incontro. Il conforto è che entrambe le squadre siano uscite dall’inferno della C e si ritrovino in una categoria più rispettosa della loro storia. Sebbene la dimensione naturale del Bari resti la serie A e la Reggiana sia ora guidata da un gruppo imprenditoriale in grado di programmare l’approdo nel massimo campionato».
Ora, però, il confronto diretto non si svolge nei quartieri alti della classifica.
«Per il Bari è solo una questione di tempo: ci arriverà. Se penso alla rosa allenata da Michele Mignani vedo fior di calciatori: Di Cesare, Acampora, Aramu e Diaw sono valori aggiunti per la B. La squadra è cambiata molto rispetto allo scorso anno, diversi elementi sono arrivati a fine mercato, indietro di preparazione, ma gradualmente si metteranno al passo e aiuteranno a risalire la china. Molti vedono in negativo i tanti pareggi: io, invece, la penso diversamente. Quando in una fase di assestamento riesci a non sprofondare in una crisi, significa che una base c’è. Al momento Parma e Palermo hanno qualcosa in più, ma ribadisco: il Bari possiede valori per piazzarsi nel gruppo delle migliori e lottare fino all’ultimo per il massimo traguardo».
I Galletti sono pur sempre reduci da una serie A svanita per un’inezia: può essere complicato ripetersi date le aspettative crescenti della piazza?
«Non credo a queste cose. Il calciatore è un professionista che lavora per rendere al massimo nel giorno della partita, senza guardare il passato o il futuro. Peraltro, molti protagonisti sono cambiati, perciò escluderei scorie derivanti da quell’evento, sebbene drammatico. Le aspettative della città non possono costituire un problema: a Bari si gioca per vincere, in qualsiasi categoria. Persino quando eravamo in A, il pubblico giustamente non si accontentava di una salvezza sofferta. Chi lavora nelle grandi piazze deve avere le spalle larghe per superare i frangenti di malcontento e possedere motivazioni feroci per trascinare la tifoseria dalla sua parte. Ma sono certo che club, dirigenza, tecnico e calciatori lo sappiano fin troppo bene».
Come inquadra lo scontro di sabato?
«Per il Bari può essere un’occasione per alzare il passo. A livello di organico, vedo i Galletti superiori. Ma soprattutto Di Cesare e compagni seguono uno spartito delineato, anche se magari la resa non è ancora al massimo dell’intensità nei 90’. La Reggiana, invece, in questo momento deve preoccuparsi innanzitutto di trovare la prestazione, prima ancora dei punti. La squadra di Nesta alterna fasi in cui mostra spunti interessanti a momenti che la vedono completamente uscire dagli incontri, come è avvenuto nell’ultimo impegno a Terni. Trovarsi di fronte ad una compagine attrezzata e blasonata magari fornirà le opportune motivazioni per tenere alta la tensione: non è un caso che le prove migliori siano giunte contro big quali Parma e Como».
Da allenatore, come vede il confronto Mignani-Nesta?
«Mignani ha esperienza e gavetta alle spalle: la forza del Bari sarà anche nel proseguire il progetto con un tecnico che ha dimostrato di avere idee chiare e vincenti. Nesta appartiene ad una generazione emergente di allenatori che prima sono stati straordinari campioni. Scegliendo lui e rivoluzionando la rosa, la Reggiana forse ha perso quel patrimonio di entusiasmo tipico di chi viene da un torneo vinto. Ora dovrà trovare i giusti equilibri ed in fretta. Così come il Bari deve ridurre lo svantaggio dalle prime. Una cosa è certa: sabato al Mapei ci saranno in palio punti pesanti».