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Corruzione, Grandaliano rischia una condanna a 4 anni e 8 mesi

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Corruzione, Grandaliano rischia una condanna a 4 anni e 8 mesi

È la richiesta della pm Giordano per il direttore generale dell’Ager

Giovedì 06 Luglio 2023, 11:24

BARI - Rischia una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione Gianfranco Grandaliano, il direttore generale dell’Ager (l’agenzia regionale per i rifiuti) imputato a Bari per corruzione. Tanto ha chiesto per lui la pm Chiara Giordano al termine della requisitoria nel processo in corso – con rito abbreviato – nel quale Grandaliano risponde di corruzione per aver favorito, stando all’ipotesi accusatoria, un imprenditore che avrebbe pagato 2.900 euro per la sua festa di compleanno, il 6 agosto 2017. La tesi della Procura, cioè, è che in cambio della cena pagata in un noto ristorante sul mare a sud di Bari (in due tranche fatturate il primo e il 7 agosto), l’imprenditore abbia ricevuto alcuni affidamenti. Uno in particolare è quello ritenuto sospetto: il 10 agosto, quattro giorni dopo la festa, Grandaliano firmò il decreto che autorizzava il finanziamento di poco più di 20mila euro per gli interventi straordinari di pulizia e rimozione dei rifiuti accumulati sui cigli stradali extraurbani nel territorio di Cellamare.

Una vicenda per la quale per il dirigente regionale, uno dei fedelissimi del presidente Emiliano, era stato chiesto persino l’arresto (rigettato dal gip a febbraio 2021). «Deve essere assolto perché il fatto non sussiste» ha insistito in udienza l’avvocato Guglielmo Starace, spiegando nell’arringa che non ci fu alcuno scambio illecito perché il presunto appalto contestato dalla Procura di Bari sarebbe stato in realtà un affidamento avvenuto «a sportello» per una cifra estremamente bassa, e comunque Grandaliano era convinto che la festa in un noto ristorante sul mare dell’hinterland barese fosse stata organizzata (e pagata) dalla moglie.

Si tornerà in aula il 15 novembre. In quella data ci saranno le eventuali repliche e la sentenza.

Intanto, però, la Regione (che non si è costituita parte civile) sarà chiamata a decidere sull’incarico di Grandaliano alla guida dell’Ager. In attesa della sentenza, infatti, il dg aveva ottenuto una proroga che scadrà a fine luglio. L’evoluzione del processo, però, con il verdetto atteso per ieri slittato ora di altri quattro mesi, costringerà la Regione a decidere cosa fare: prorogare ancora aspettando di sapere se la vicenda si concluderà con una pronuncia di colpevolezza oppure no, altrimenti lasciare che l’incarico decada alla scadenza prevista.

Grandaliano a parte, il processo continua - anzi è appena iniziato con la sola prima udienza celebrata - nei confronti dei co-imputati del dg (a giudizio con rito ordinario), l’imprenditore Rocco Lombardi e il suo collaboratore Pietro Piemontese. Per loro la prossima udienza, per definire le questioni preliminari, è fissata il 7 novembre.

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