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Bari, tassa di soggiorno: «Pronti a impugnare»

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

Bari, tassa di soggiorno: «Pronti a impugnare»

Federalberghi e sindacati perplessi sull’imposta comunale

Mercoledì 31 Maggio 2023, 12:29

BARI - Fatto il regolamento, trovate le perplessità. Sulla tempistica - «entrerà in vigore a stagione già avviata e con prenotazioni già perfezionate» - ma anche sulla reale destinazione delle risorse. «Per le quali chiediamo un maggiore coinvolgimento che ad ora non emerge dal testo». Non sono trascorse 48 ore e a Bari già fioccano da parte delle associazioni di categoria i dubbi sul regolamento della tassa di soggiorno.

Il primo atto ufficiale (anche se si tratta ancora di un articolato non definitivo) con il quale nei prossimi due mesi l’amministrazione comunale potrebbe introdurre il nuovo balzello a carico dei turisti e dei visitatori che decideranno di pernottare in città. Da un euro e 50 sino a 4 euro in base alla struttura ricettiva scelta e alla sua classificazione. Un po’ come già succede in altre località d’Italia e della Puglia, ma che all’ombra di San Nicola sembra non convincere del tutto gli operatori del settore.

Non usa mezze misure Francesco Caizzi, presidente regionale di Federalberghi, preannunciando un possibile ricorso una volta approvato il testo dal Consiglio comunale (poi sarà la giunta a varare le tariffe). «Verificheremo se esistono le condizioni per impugnare il regolamento - dice il leader degli albergatori pugliesi -. Il Comune non ha minimamente recepito le nostre indicazioni. Si introduce un’imposta turistica senza dare reali servizi». Un punto sul quale più volte lo stesso Caizzi si è espresso nel percorso di partecipazione voluto in questi mesi dall’amministrazione Decaro.

Tavoli e incontri allargati che evidentemente non hanno spento i malumori. «È un’imposta che discrimina i quartieri - dice ancora Caizzi -. Perché in un albergo di Palese un turista dovrebbe pagare lo stesso importo che pagherebbe in una struttura di Bari vecchia e del Murat? Nelle periferie e a Palese non ci sono gli stessi servizi del centro città. Non ci sono strade pulite, non ci sono postazioni taxi, di car e bike sharing. Non c’è un infopoint. Però nella stessa Palese abbiamo ben sei alberghi e zero servizi ai turisti». Caizzi esprime dubbi anche sulla cabina di regia voluta dal Comune, quel «comitato di indirizzo» che dovrebbe accompagnare la destinazione degli introiti dell’imposta di soggiorno e che la legge assegna all’implementazione dei servizi turistici, su cultura, accoglienza, eventi, trasporto, valorizzazione dei beni e decoro: «Noi volevamo una commissione paritetica con la presenza di tutte le sigle di categoria. Prendiamo atto dell’ennesimo e mancato recepimento, ricordando che con questo sistema rischiamo di incentivare la migrazione del pernottamento dei turisti nei Comuni, a ridosso di Bari, che non prevedono l’imposta di soggiorno».

Lo stesso rischio che paventa anche Giuseppe Boccuzzi, segretario generale della Cisl Bari: «Temiamo questo effetto. Ci sono tanti Comuni alle porte di Bari esentati dalla tassa turistica e questo potrebbe incentivare i visitatori a non dormire nel capoluogo con inevitabili ricadute negative per l’indotto». Boccuzzi apprezza però la decisione del Comune di prevedere agevolazioni ed esenzioni, specie per i minorenni: «Proprio noi della Cisl, al fine di sostenere il turismo delle famiglie e dei nuclei più numerosi, ci siamo battuti per alzare l’esenzione sino ai 14 anni, mentre l’amministrazione aveva previsto il limite sino agli under 12. Ora ci auguriamo che gli introiti dell’imposta vengano equamente investiti in tutti i Municipi. Il turismo a Bari non è solo il Murat e Pane e Pomodoro».

E dal settore dell’extralberghiero arriva il monito alla programmazione. «Non si può introdurre una tassa a stagione estiva praticamente in corso, con prenotazioni e pacchetti già conclusi. Siamo sospesi nel limbo. Sarebbe stato più opportuno rimandare il tutto in autunno» sottolinea Giovanna Castrovilli, presidente dell’associazione extralberghiero Terra di Bari- Confimpresa Italia. «Attiviamo un’imposta - aggiunge - senza dare servizi e offrendo ai turisti lo scempio quotidiano e di scarsa sicurezza della stazione centrale. In tanti pagheranno l’imposta per servizi di cui non potranno usufruire».

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