BARI - Il sospiro di sollievo del centrosinistra pronto a definirla «cosa buona e giusta». I dubbi e le perplessità delle opposizioni. Da un lato il centrodestra che, pur non ammettendolo apertamente, vorrebbe evitare la sfida all’inquilino uscente di Palazzo di Città; dall’altro il Movimento Cinque Stelle che dovrà interrogarsi su quale strada imboccare per varcare le porte del civico 84 di corso Vittorio Emanuele. Se continuare nel proprio isolamento «barese» o se tentare un campo largo con il Pd e gli altri alleati.
L’ipotesi di un terzo mandato per il sindaco Antonio Decaro irrompe nel dibattito al Comune, all’indomani delle dichiarazioni del primo cittadino che lunedì scorso, ai microfoni di Telebari, ha aperto alla possibilità di candidarsi per altri cinque anni. Certo, l’ultima parola spetterà al Parlamento - se e come varare la riforma del limite ai due mandati consecutivi per governatori di regione e sindaci - ma a queste latitudini le parole di Decaro («mi piacerebbe, se ci dovesse essere una norma ne sarei felice, fare il sindaco mi ha reso una persona migliore») diventano una dolce melodia per le orecchie della sua maggioranza. E nota stonata per gli avversari, specie per il centrodestra appena galvanizzato dai risultati delle Regionali di Lazio e Lombardia.
In ogni caso, con o senza terzo mandato, la parola spetterà agli elettori che a Bari torneranno al voto nella primavera del prossimo anno. «Pensare a un sindaco che possa governare per 15 anni consecutivi non sarebbe il massimo per l’alternanza democratica, non solo per gli schieramenti ma anche per i profili del candidato – ragiona il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Antonio Ciaula -. Già per sua natura il secondo mandato impigrisce qualunque sindaco o forza politica, appesantisce la macchia amministrativa. Figuriamoci con un terzo».
E sulle Amministrative del 2024 – con il centrodestra che spera in un vento favorevole per riconquistare Bari dopo 20 anni di opposizione forzata – Ciaula avverte: «Come Fratelli d’Italia siamo già al lavoro e ricevendo tantissime adesioni. Stiamo costruendo uno spogliatoio forte, una squadra composta da liste di alto profilo per consegnarla al prossimo allenatore e giocare la nostra partita».
Quale partita giocare, e soprattutto in quale squadra e con quale maglia, potrebbe essere invece il dilemma del M5S. «Terzo mandato per sindaci e governatori? Ma anche no», dice convintamente il consigliere pentastellato Italo Carelli. E alla domanda su quale alleanza, con o senza terzo mandato, intraprenderà il Movimento per le Comunali spiega: «Prematuro parlarne, faremo le nostre valutazioni nazionali con il presidente Giuseppe Conte per decidere se andare coerentemente da soli o in coalizione con il centrosinistra. Se Decaro avrà la possibilità di ricandidarsi ne prenderemo atto, ma personalmente la strada in solitaria non mi spaventa perché abbiamo già dimostrato di mettere sul campo candidati autorevoli per la corsa a sindaco, come già avvenuto con Sabino Mangano ed Elisabetta Pani».
Diametralmente (e naturalmente) opposta la valutazione del centrosinistra che vede invece in un Decaro Ter la soluzione ottimale. Anche perché dalle parti del Pd, delle forze di sinistra e dei civici l’individuazione del successore è ancora in alto mare. «Cosa buona e giusta il terzo mandato. Se un sindaco, come nel nostro caso, ha amministrato bene, perché non continuare? – la domanda retorica del capogruppo Pd Marco Bronzini -. Se lui se la sente, noi ci siamo perché è una garanzia, è una risorsa da non sprecare. Se poi non dovesse esserci il terzo mandato, io lo vedrei benissimo come candidato presidente alla Regione».
Sulla stessa linea il consigliere Nicola Loprieno della civica Decaro Sindaco: «Il terzo mandato è una grande possibilità, specie per il nostro primo cittadino che sta portando avanti tutti i progetti del Pnrr da concludere nel 2026. Darebbe una grande continuità. Se dovesse passare la legge sul terzo mandato, il sindaco farà quello che gli chiederà la sua gente, cioè restare ad amministrare Bari».