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Il «boom» degli aeroporti pugliesi: Bari verso l’ampliamento

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Il «boom» degli aeroporti pugliesi: Bari verso l’ampliamento

Servono 20 milioni per realizzare la nuova ala ovest. Arriveranno dalla nuova programmazione europea

Martedì 18 Ottobre 2022, 14:19

BARI - A settembre l’aeroporto di Bari ha toccato 7 milioni di passeggeri. Un vero record quello dei primi nove mesi del 2022, un trend di crescita che potrebbe portare il «Wojtyla» a chiudere l’anno intorno a quota 9. Numeri che si avvicinano alla soglia non solo psicologica dei 10 milioni di passeggeri: quando verrà superata l’attuale scalo di Palese potrebbe scoprirsi troppo piccolo. Il progetto di ampliamento esiste da quasi dieci anni, ed è la seconda fase di quello realizzato nel 2015 per costruire la nuova ala est, che ha aggiunto due finger e 4.500 metri quadrati coperti. Ma per partire con ulteriori lavori sarà necessario attendere i fondi che dovranno arrivare dalla nuova programmazione dei fondi europei.

Sulla carta il progetto per la nuova ala ovest di «Palese» richiede 20 milioni di euro, cifra destinata a essere rivista al rialzo anche per l’effetto degli aumenti delle materie prime. La Regione l’ha inserito nel Piano attuativo del piano regionale dei Trasporti, dove figurano 112 interventi sul sistema degli aeroporti, e nelle schede infrastrutturali della nuova programmazione europea 2021-2027 in cui ci sono anche, ad esempio, vari progetti per la riconversione del vecchio scalo civile e di quello militare: le risorse del nuovo ciclo non sono però ancora state ripartite tra le Regioni, che sperano di poter partire entro fine anno una volta che si sarà insediato il nuovo governo.

La nuova aerostazione di Bari è operativa dal 2004 ed è stata ampliata nel 2015 con i lavori che - nel progetto predisposto dall’allora amministratore unico Domenico Di Paola - avrebbero dovuto garantire altri 4 milioni di passeggeri rispetto ai 4 già raggiunti dieci anni fa. Ora gli otto milioni sono a portata di mano, raggiunti (in ritardo rispetto alle previsioni) grazie all’esplosione del traffico delle low-cost.

«Abbiamo già predisposto tutte le schede relative agli interventi infrastrutturali - dice Antonio Vasile, presidente di Aeroporti - e siamo in attesa che ci vengano assegnate le risorse. Non c’è soltanto Bari. Nelle priorità c’è anche l’ampliamento dell’aeroporto del Salento, ma anche il polo dell’aerospazio di Grottaglie su cui c’è attenzione a livello internazionale».

A Bari comunque la situazione di affollamento dello scalo è sotto gli occhi di tutti, per quanto i mesi centrali dell’estate abbiano fatto registrare in proporzione molti meno disagi rispetto ai principali scali italiani.. «I due anni della pandemia hanno bloccato la programmazione», dice Vasile, ma il gestore non è rimasto fermo. In queste settimane sono infatti in corso interventi nella vecchia aerostazione, dove verranno spostate le tecnologie per la movimentazione dei bagagli che oggi si trovano ai piani bassi del nuovo aeroporto. «Non ci servono tanto gli spazi per i passeggeri - dice Vasile -, quanto gli spazi operativi. Non è possibile far attendere un’ora per il bagaglio, anche perché la remunerazione del gestore si basa sulle performance operative».

Nel nuovo progetto di ampliamento dovrebbe essere inserita anche la sostituzione degli attuali sei finger, alcuni dei quali hanno 20 anni e sono vicini al termine del ciclo operativo. Andrà valutato il costo dell’operazione, nonché i tempi. L’ampliamento dell’ala ovest dovrebbe richiedere circa due anni di lavoro, ben sapendo però che il precedente ampliamento ha avuto bisogno di cinque anni. Al termine l’aeroporto di Palese avrà un totale di 8 finger e 12mila metri quadrati di spazi coperti tra aree imbarchi e zone commerciali, che dovrebbero sostenere la crescita fino a 12 milioni di passeggeri. È il limite massimo per l’attuale struttura: l’ulteriore crescita non potrà che utilizzare le aree dell’ex aeroporto militare. È così che Bari riuscirà a recuperare altri 58 ettari, portando il sedime dell’aeroporto civile a quasi 350 ettari, con un’operazione da altri 20 milioni di euro. Ma molto dipenderà anche dalle prospettive di crescita del traffico aereo: a livello globale nel 2023 è previsto un rallentamento, mentre a livello nazionale molto dipenderà dal futuro di Ita, l’ormai ex vettore di bandiera che finora in Puglia ha mantenuto una presenza molto ridotta.

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