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Bari, Ingordi e sedentari l’altra faccia del virus

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

4 marzo giornata mondiale dell'obesità

Obesi in crescita. Sono 84mila i malati di diabete

Venerdì 07 Maggio 2021, 12:11

Bari - L’emergenza epidemica ci ha costretto a limitare gli spostamenti e a starcene a casa molto più di quanto avremmo voluto. Il cibo è diventato dunque uno sfogo, un modo per sentirci attivi (ricette alla mano), per evadere dalla routine quotidiana, ma anche per ingrassare. Contemporaneamente, chi era già in sovrappeso ha spesso pagato più di altri l’aggressività del virus. Secondo il rapporto della World Obesity Federation («Covid-19 and Obesity: The 2021 Atlas. The cost of not addressing the global obesity crisis»), pubblicato di recente dopo una dettagliata analisi di dati, l’eccesso di peso si è rivelato un fattore altamente significativo nello sviluppo di complicanze da Covid19, inclusa la necessità di ricovero, di terapia intensiva e di ventilazione meccanica. L’obesità si è dimostrato essere anche un fattore predittivo di morte a causa del Sars-CoV-2.

Il fenomeno, acuito dalla pandemia, non è però recente. Anzi. Del resto, la Puglia è al di sopra della media nazionale in quanto a sedentarietà (il 43,7% dei pugliesi non pratica alcuna attività fisica, rispetto al 35,6% degli italiani) con un impatto importante sullo sviluppo non solo dell’obesità, ma anche del diabete. I diabetici sono un’altra categoria particolarmente fragile al cospetto del virus. Nel report («Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da Sars-CoV-2») della Sorveglianza Covid dell’Istituto superiore di sanità emerge che tra le patologie maggiormente rappresentate nei pazienti deceduti positivi, dopo l’ipertensione con il 66,8%, il diabete di tipo 2 è presente nel 30,1% dei casi (28% donne e 31,1% uomini) con una maggiore prevalenza nelle persone con età uguale o superiore ai 65 anni (30,5%) rispetto ai più giovani (27,4%). In Italia i diabetici sono oltre 3 milioni (e molti malati non vengono rilevati). Le linee guida indicano l’opportunità di sottoporsi a controlli annualmente (al massimo ogni due anni in assenza di lesioni e con un buon controllo della patologia) o più frequentemente se sono già presenti lesioni.

Il riscontro in Terra di Bari è clamoroso: in 20 anni i casi di diabete sono aumentati del 50%. Nell’area della città metropolitana risiedono, secondo le elaborazioni dell’Health City Institute su dati Istat, oltre 84 mila persone con diabete, circa 22 mila nel solo capoluogo, pari al 6,8% della popolazione (nel 2000 la percentuale era del 4,5%) dato che pone la provincia al di sopra della media nazionale (5,8%). «Rafforzare e accelerare azioni finalizzate a prevenire il diabete e le sue complicanze, così come contrastare la diffusione del sovrappeso e dell’obesità, è fondamentale. In questo contesto - spiega Francesco Giorgino, direttore del Dipartimento emergenza e trapianti dell’Università di Bari, nonché co-presidente del Comitato esecutivo Bari Cities Changing Diabetes (vedi l’altro articolo) - la urbanizzazione può rappresentare un pericoloso fattore di rischio che favorisce lo sviluppo di diabete e obesità e peggiora gli esiti di queste patologie. In particolare, alcuni dati recenti dimostrano che il basso livello socioeconomico presente in alcune aree metropolitane può favorire la comparsa del diabete. Ciò dovrebbe essere motivo di attenta riflessione nelle politiche sanitarie per assicurare un reale miglioramento dello stato di benessere della collettività».

Un filo sottile, ma evidente, lega dunque l’inurbamento alla crescita di queste malattie. Esiste infatti una suscettibilità genetica a sviluppare obesità e diabete, cui si associano fattori ambientali legati allo stile di vita. La principale arma a disposizione per frenare questa avanzata è la prevenzione, attraverso la modifica di quei fattori ambientali, educativi e culturali che la favoriscono. Per questo motivo è nato un progetto internazionale cui ha aderito la città di Bari. «In questo momento particolare, il progetto Cities Changing Diabetes - dichiara Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat, altro co-presidente del Comitato esecutivo Bari Cities Changing Diabetes - assume una rilevanza ancora maggiore, se si pensa alla grave criticità determinata dallo stretto nesso esistente tra Covid-19 e diabete. Il progetto è un’opportunità per la comunità barese che vedrà impegnati ricercatori, clinici e amministratori con l’obiettivo di individuare e assicurare soluzioni sostenibili per la salute. La città metropolitana di Bari, aderendovi, identifica come via maestra la sinergia e la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, accademia, professioni, organizzazioni dei pazienti e media».

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