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Massimiliano Scagliarini
30 Novembre 2020
BARI - Una seconda scuola di Medicina a Bari, in aggiunta a quella dell’Università pubblica. E che - insieme con l’altro corso previsto a Lecce dopo quello già partito a Taranto - dovrebbe consentire alla Puglia di incrementare il numero di posti disponibili: oggi sono appena 460 l’anno, contro i 1.100 dell’Emilia Romagna che ha più o meno la stessa popolazione.
Il progetto della Lum di Casamassima, lanciato più o meno in sordina nei mesi scorsi, è arrivato a un punto decisivo: l’accordo con il «Miulli» di Acquaviva che, a partire dal terzo anno, ospiterà le attività cliniche per 90 studenti.
«In Puglia c’è un fabbisogno di medici largamente superiore all’offerta formativa - dice il rettore della Lum di Casamassima, Antonello Garzoni -, come emerso nel Comitato regionale di coordinamento dove ci siamo confrontati con le altre Università pugliesi. Per noi la partnership con il Miulli rappresenta competenza e capacità. Stiamo immaginando un percorso formativo unico a livello nazionale, che ci differenzia dalle altre Università della Puglia, incentrato sulla Medicina del territorio: punterà su de-ospedalizzazione e telediagnosi ma fornendo anche competenze di management e di tipo ingegneristico».
La Lum ha istituito un dipartimento di Medicina, per il momento guidato a interim dal rettore, che sta lavorando sull’offerta formativa da sottoporre a valutazione. In parallelo è stato varato il Comitato tecnico ordinatore, composto da docenti di altre facoltà (Cattolica, Campus Biomedico, Siena, Molise) tra cui quella di Bari, che partecipa tra l’altro con il preside Tino Gesualdo e i docenti Michele Battaglia e Francesco Giorgino. Il primo step è il parere del Cun, il Consiglio universitario nazionale, che dovrà esprimersi entro il 13 gennaio. Entro il 15 febbraio la proposta passerà all’esame dell’Anvur, mentre l’accreditamento dovrà arrivare entro maggio. Ma l’ultima parola spetta al ministero, che deve esprimersi entro luglio per consentire l’avvio delle immatricolazioni già a settembre 2021.
I 90 posti previsti dal progetto rappresentano il massimo possibile nelle condizioni date. La Lum sta attrezzando un nuovo campus (una delle torri del Baricentro di Casamassima) che dedicherà un piano al dipartimento di Medicina, e dopo il via libera definitivo dovrà procedere al reclutamento del personale: sono previsti 27 docenti tra ordinari, associati e ricercatori di tipo B per garantire un rapporto didattico equilibrato. «Grazie al Miulli - prosegue Garzoni - vogliamo allestire un percorso clinico qualificato, per cui riteniamo che non si possa andare oltre i 100 iscritti. Avremo due anni di tempo per attrezzare l’attività clinica nella sede ospedaliera di Acquaviva. Nel frattempo le nostre attuali strutture di Casamassima sono più che adatte per svolgere i primi due anni di corso».
L’iniziativa si collega, anche a livello nazionale, con le difficoltà del sistema universitario a formare medici. Difficoltà divenute evidenti con l’emergenza covid, e che rendono necessario aumentare i numeri anche sul fronte delle scuole di specializzazione. Il Miulli è in base ai numeri il secondo polo assistenziale della provincia di Bari dopo il Policlinico, e negli scorsi anni ha già esplorato la possibilità di ospitare una facoltà di Medicina con altre università private. E ora la lettera di intenti firmata dal vescovo, monsignor Giovanni Ricchiuti, rappresenta un passo fondamentale per il progetto della Lum. Ma anche per il futuro dell’ospedale ecclesiastico.
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