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Bari, gestione bar a Pane e Pomodoro e spiaggia Torre Quetta: il Tar congela l'interdittiva antimafia

 
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Bari, gestione bar a Pane e Pomodoro e spiaggia Torre Quetta: il Tar congela l'interdittiva antimafia

Fino al 7 luglio resta tutto così com'è: sospesa l'interdittiva della Prefettura e la revoca della concessione del Comune

Martedì 09 Giugno 2020, 10:38

19:27

Per ora resta tutto così com'è nella gestione del bar di Pane e pomodoro e della spiaggia di Torre Quetta. Lo ha deciso il Tar Puglia con un decreto cautelare monocratico d'urgenza sospendendo l'interdittiva antimafia della Prefettura e la conseguente revoca delle autorizzazioni da parte del Comune nei confronti dell’impresa attualmente concessionaria del bar sito nell’area demaniale «Pane e Pomodoro», e titolare della concessione dell’area pubblica balneare di «Torre Quetta».

Il provvedimento è stato firmato dal presidente della II sezione del tribunale amministrativo di Bari, Giuseppina Adamo accoglienza l'istanza presentata dalla società «Il Veliero» di Rosa di Modugno. All'origine del provvedimento, i presupposti delle ragioni di «estrema gravità e urgenza» per non aspettare la trattazione della vicenda alla prima udienza utile della camera di consiglio fissata il prossimo 7 luglio.

A quanto si apprende, il sospetto di infiltrazioni mafiose alla base del provvedimento della Prefettura si riferiva alla presenza, come dipendente della società, di un soggetto, Orlando Malanga, ritenuto in passato dalla magistratura barese vicino a organizzazioni criminali della città e coinvolto anche in una indagine per estorsione - accusa dalla quale è stato assolto - in concorso con l’ex patron del Bari Calcio, Cosmo Giancaspro.

L'amministrazione comunale, nei giorni scorsi, aveva annunciato la presa in consegna delle due aree intimando all'impresa lo sgombero. A tale atto aveva sin da subito fatto resistenza la società precisando che «Nessuno degli elementi posti a base della misura ha una effettiva rilevanza ed attualità, trattandosi di stralci di atti endo-processuali relativi a vicende risalenti finanche a 32 anni fa». 

Nella nota la società spiegava che «gli elementi posti a base della misura adottata su istanza dello stesso Comune di Bari si riferiscono ad un soggetto estraneo alla compagine sociale e risultano enumerati in modo gravemente generico ed incompleto, non riportando i provvedimenti definitivi di assoluzione piena, emessi al termine di ciascun procedimento, e finanche di scarcerazione per errore di persona».

Nella nota la società lamentava poi che il Comune di Bari avesse indebitamente diffuso notizie relative ad atti espressamente coperti dal divieto di divulgazione di accesso, ad ogni effetto di legge, con riferimento alla interdittiva antimafia manifestando altresì perplessità sul fatto che la misure fosse stata adottata «dopo che il Consiglio di Stato, con i provvedimenti cautelari emessi a marzo e aprile 2020, aveva sospeso l’efficacia del primo provvedimento di revoca delle concessioni adottato dal Comune di Bari sulla base di contestazioni totalmente infondate».

Il Comune aveva infatti revocato la concessione alla società nel settembre 2019. Il Tar aveva rigettato il primo ricorso e invece nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha accolto la sospensiva cautelare chiesta dagli ex gestori fissando l’udienza di merito al prossimo 17 settembre.

Per l’estate 2020, quindi, ameno per ora e salvo diversi provvedimenti del Tar il prossimo 7 luglio, la gestione delle due strutture resta in capo alla società in attesa della pronuncia definitiva dei giudici amministrativi.

A RISCHIO POSTI DI LAVORO - Il bar della spiaggia 'Pane e Pomodoro' e il lido 'Torre Quetta' a Bari «sono dotate di impianto di videosorveglianza direttamente collegato con la Questura, in ragione di una specifica volontà di trasparenza e collaborazione nella lotta ad eventuali episodi di criminalità sul territorio». Inoltre, «proprio presso le suddette strutture sono stati svolti diversi eventi di sensibilizzazione nella lotta alle mafie, anche dalla parrocchia San Sabino in collaborazione con Libera». Lo scrivono i difensori della società 'Il Veliero', gli avvocati Felice Eugenio Lorusso, Saverio Sticchi Damiani e Francesco Biga, nel ricorso presentato al Tar Puglia per ottenere la sospensione dell’interdittiva antimafia notificata nei giorni scorsi dalla Prefettura alla stessa società che gestisce le due spiagge e ottenere, di conseguenza, la sospensione della revoca delle concessioni disposta dal Comune di Bari. Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso in via d’urgenza rinviando per la discussione cautelare di merito all’udienza del 7 luglio.
Chiedendo la sospensione, i legali evidenziano il «danno irreversibile» per lo «smantellamento di tutte le opere insistenti sulle aree, con impossibilità di ripristino», e il rischio di «perdita dell’intera stagione estiva», ricordando che la ditta ha «15 dipendenti stabili e altri 50 dipendenti stagionali che perderebbero il posto di lavoro».
«Non può ignorarsi - si legge nel ricorso - che la recente crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese in questi mesi ha già fortemente compromesso la capacità economica delle imprese e dei privati e che l’impossibilità di proseguire la propria attività in questo momento determinerebbe senza dubbio alcuno la chiusura della stessa e il licenziamento del personale».
Nel ricorso gli avvocati spiegano che «secondo la Prefettura di Bari, il pericolo di permeabilità mafiosa della ditta deriverebbe principalmente dalla figura del signor Orlando Malanga», dipendente e cognato della legale rappresentante dell’impresa. Contestando il provvedimento interdittivo, i legali spiegano che «il riferimento al rapporto di parentela» di Malanga con una famiglia legata alla criminalità organizzata barese «può assumere connotati suggestivi» ma «è del tutto privo di rilevanza» e, con riferimento ai precedenti penali dell’uomo, gli avvocati evidenziano che si tratta «di reati che non hanno alcuna connessione con un possibile condizionamento mafioso»

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