In Puglia e Basilicata
Il caso
L'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari
28 Marzo 2019
Franco Petrelli
BARI - È stato sufficiente tirare un sorso con una cannuccia, inserita nella bottiglietta del succo di frutta servitogli a un bar del centro di Gioia, che il piccolo Luca, 5 anni, appena uscito da scuola, sabato mattina ha vissuto un vero e proprio incubo.
Da allora è ricoverato nel Pediatrico «Giovanni XXIII» di Bari, vegliato dalla mamma e dai familiari che stanno molto attenti a che egli non si sfili il sondino dalla bocca, istintivamente. Luca per il momento viene alimentato con una flebo, perché avrebbe riportato gravi lesioni allo stomaco e all’esofago. I medici della divisione chirurgica, coordinati dal primario Guglielmo Paradies, stanno cercando in tutti i modi di evitare che il cavo esofageo possa restringersi, col determinare ulteriori drammatici guai fisici al bimbo.
Intanto non è ancora chiaro che cosa abbia causato l’immediato malore (dolori, bruciori di stomaco e vomito) che è capitato al piccolo un istante dopo avere bevuto il primo sorso. Oltre alle indagini della Procura di Bari e dei Carabinieri della compagnia di Gioia, la vicenda viene seguita con attenzione dal Ministero della Salute.
Tutto ruota al contenuto della bottiglietta incriminata, facente parte di un lotto di una nota multinazionale italiana. Quel liquido è sottoposto ad analisi per ordine dell’ufficio inquirente, e vengono esaminati anche gli abiti del bambino, sporchi di vomito. Bottiglietta e vestiti sono stati sequestrati dalla compagnia Carabinieri di piazza Plebiscito, diretta dal maggiore Ennio Maglie.
Gli esami di laboratorio sul restante lotto di questa bevanda, intanto, hanno dato esito negativo. Insomma, quei succhi di frutta sono buoni. Quindi ogni allarme tra i consumatori sembra rientrare. Resta da capire, allora, perché Luca si è sentito male improvvisamente, quasi avesse ingerito - si ipotizzava - una sostanza caustica o un acido.
Ieri mattina, un masterchef di pasticceria, napoletano, al lavoro da queste parti, ha commentato: «Da trent’anni visito ogni giorno bar e caffetterie, in Italia e all’estero. E con la mia esperienza posso affermare che queste bevande, prima di essere immesse in commercio, vengono pastorizzate e sterilizzate, motivo per il quale mi sentirei di escludere che possano produrre un innalzamento della carica batterica o altri rischi», sostiene.
L’avvocato della famiglia del bimbo, Delia Vernia, ha confermato come «il malore, subito dal bambino, non è da ricollegarsi ad allergie o altra patologia. Il dato risulta dopo gli esami effettuati nel Pediatrico di Bari, in base a un colloquio avuto con il primario, Guglielmo Paradies. In attesa degli accertamenti - fa sapere l’avvocato -, la famiglia ha nominato un consulente di parte e le condizioni del bimbo risultano stazionarie».
Luca trascorre nottate di apparente tranquillità, intervallata da fitte allo stomaco.
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