L’ultima fiction della Rai, Leonardo, parla per due motivi di attualità per il nostro governo. La fiction, centrata su eventi storici inesistenti, la vicenda di Caterina da Cremona il cui pseudo assassinio avrebbe potuto portate alla condanna a morte di Leonardo, non è criticabile per aver inventato storie sul più grande genio italiano (che a mio modesto parere approfittando del Covid, avendo spettatori anche i ragazzi, andava celebrato in ben altro modo), ma è criticabile per non aver detto all’inizio di ogni puntata e alla sua conclusione, che questi fatti non corrispondono alla realtà. E qui c’è il primo parallelo con il governo. Tutti parlano di Recovery funds, ma, ad esempio, la Finlandia attende una quanto mai improbabile – allo stato – decisione di due terzi del parlamento che li autorizzi. Quindi tuttora i Recovery funds sembrano ancora una fiction. E bisognerebbe dirlo all’inizio e alla conclusione di ogni seduta. Signori, l’ok ci sarà, ma per il momento fiction è.
Ma l’altro parallelo con quella fiction, è ancora più rilevante. Proviamo a prendere il discorso un po’ più alla lontana.
Negli USA accanto ad un eccellente Presidente che sta già riscrivendo la Storia come i giovani, belli, alternativi presidenti democratici non sono riusciti a fare (Clinton e Obama), vedi il nuovo impegno per il clima, la volontà di tassare le grandi High tech, il rispetto per le differenze di genere, la possibile minima tassa per tutte le grandi corporation, etc si stanno scatenando due guerre interne che avranno impatto ovunque e quindi anche noi. Facebook attacca Apple. Bezos (Amazon) attacca Musk (Tesla). Apple vuole introdurre un software per cui spostandosi da una app and un’altra all’utente si chiederà se vuole avere la pubblicità. Si presume che la maggior parte dirà no, il che avrà un impatto enorme negativo su Facebook che i suoi miliardi di dollari li guadagna dalla pubblicità. L’altra battaglia è su chi conquisterà il traffico del sistema solare!! C’è una commessa da $2,8 miliardi per trasportare sulla luna la comitiva di 18 astronauti (rigorosamente composta da metà donne e metà uomini!) e questa battaglia è quella che paradossalmente ci riguarda più da vicino. Artemis (nome greco di Diana, la sorella di Apollo, finezza di scelta dei nomi dalla NASA) significa che negli USA si avvia una era di sviluppo industriale con una visione del futuro di cui noi, e purtroppo credo neppure l’Europa, sia capace. Perché? Facile a dirsi. Per l’economia Post Covid abbiamo una serie di dati tecnici su cui possiamo riflettere. La possibile inflazione serpeggiante in periodo di peggioramento dell’economia (il peggiore dei mondi possibili), il rapporto fra deficit e Pil che prima o poi bisognerà ristabilire, il sostegno della BCE ai titoli di Stato che non può essere eterno, le voragini di deficit che bisognerà ridurre… Per affrontare questi problemi abbiamo fortunatamente un capo di governo la cui competenza teorica e pratica è al top mondiale. Ma c’è qualcosa che non si vede né in Italia e neppure in Europa. L’America si rilancia con il programma spaziale. La Cina punta l’affondo sul 5 G, la nuova stupefacente arteria di comunicazione cellulari. Vedere per credere l’incredibile città Huawai in cui si gira in treno, e riproduce come costruzioni interne la architettura della maggiori città europee. L’India vuole raddoppiare (!) il suo Pil e potrebbe giocare la carta del sapere. Ogni grande entità si riconosce in un grande progetto guida che fa da condottiero. Ma questo principio manca all’Europa e all’Italia. Quando si parla di modello economico da elaborare, non si fa un discorso astratto, ma di massa monetaria concentrata su un progetto identificato con gli altri. The green economy e lo sviluppo digitale, non sono aree dove si spendono dei soldi, ma per diventare realtà strategiche richiedono progetti integrati. Per citare lo sviluppo digitale, bisogna presentare un programma di distant learning, di integrazione digitale universitaria, di telemedicina, di integrazione digitale delle strutture ospedaliere, di editoria elettronica in augmented reality etc. Occorre insomma una visione integrata mercato, prodotti, distribuzione, altrimenti è spesa a pioggia.
Giorni fa il Direttore di questo giornale ha invitato Draghi a farsi lui carico del problema del Sud. E ha fatto bene. Ma si tratta di affrontare il problema. Il Sud come fosse la nostra stazione spaziale lunare, o la nostra città Huawai del 5 G. Bisogna strategicamente capire che nel Sud può nascere un progetto nazionale di sviluppo basato sull’economia del sapere. Ed è l’unico progetto che ci può rilanciare anche in Europa. Il Direttore ha perfettamente ragione, occorre che Draghi se ne occupi in prima persona altrimenti veniamo alla seconda metafora della fiction Leonardo. La spesa dei Recovery funds, può diventare veramente l’ultima cena.