Avete mai sentito parlare di serotonina? Si tratta di un neurotrasmettitore noto comunemente come “molecola della felicità”, prodotta dal cervello solo per il 5 per cento e per la maggior parte secreta e immagazzinata nell’intestino. Non c’è da meravigliarsi se stati d’ansia e malumore, fino a veri e propri stati depressivi, siano associati a una condizione di disbiosi intestinale (ovvero, lo squilibrio dei microorganismi intestinali).
Di fatto, il 20 per cento di tutto ciò che mangiamo va al cervello. E se pensiamo che in caso di tristezza, ansia e malumore sia consigliabile consumare “comfort food”, come gelati, snack e dolci, ci sbagliamo di grosso: questi cibi hanno una combinazione di zuccheri e grassi che possono portarci a stare peggio (molto meglio affogare i dispiaceri in una barretta di cioccolato fondente, che riduce il rischio di depressione del 70 per cento). Insomma, il detto “siamo ciò che mangiamo”, non vale soltanto per la nostra salute fisica. Studi scientifici sempre più certificati hanno chiarito il nesso fra alimentazione e umore, il forte collegamento tra salute mentale e stato emotivo.
Ciò che ingeriamo influisce sulla nostra mente, condizionando i livelli di stress, ansia, umore. Quello fra l’apparato digerente, il microbiota intestinale, i neurotrasmettitori (serotonina, dopamina), il metabolismo e il sistema endocrino è un dialogo aperto, condizionato dai cibi che fanno parte della nostra dieta. Secondo le ricerche più recenti, per esempio, gli alimenti fermentati (yogurt, crauti, kefir, kimchi) migliorano il tono dell’umore attraverso l’asse intestino-cervello; gli acidi grassi omega3 presenti nei pesci grassi come salmone, sgombro, sardine, sono tra i nutrienti che, più fra tutti, mostrano effetti positivi nel ridurre i sintomi di depressione. Perfino mangiare carboidrati complessi (fibre, folato e B12) ci rende più stabili, insieme a verdure a foglia larga e ortaggi vari (spinaci, cavoli, bietole, broccoli, peperoni e carote), legumi e proteine vegetali (lenticchie, ceci, fagioli, piselli, tofu, prodotti della soia), frutta ricca di antiossidanti (frutti di bosco, agrumi, mele e uva), spezie e aromi antinfiammatori (zafferano, pepe nero, curcuma, zenzero). Cosa dobbiamo evitare, invece? Fra i nemici del buonumore ci sono gli zuccheri semplici (dolci, spuntini, bevande zuccherate) che danno picchi rapidi nel sangue, seguiti da cadute che portano a fatica e irritabilità. Gli alimenti ultra-processati, la caffeina e l’alcool, che vanno assunti a piccole dosi.
Insomma, mangiare bene è solo una parte del puzzle, da completare con fattori trasversali altrettanto importanti: sonno regolare, attività fisica, gestione dello stress, obiettivi di vita, ambiente sano e relazioni sociali di supporto. L’alimentazione è uno strumento importante, ma non una panacea.
















