Giovanni Pizzolante, con “Sinext”, otto anni fa, ha dato vita a “Food Exp – Forum internazionale dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera che, a più voci, è ritenuto il grande evento tematico del Sud Italia. Con il claim “Dna Evolution”, cosa da aspettarsi?
«“Dna Evolution” viene da un’evoluzione della scorsa edizione che ha riportato il Dna e le origini della cucina italiana al centro del dibattito. Partiamo dal presupposto che ogni regione, ogni stato, ha una sua caratterizzazione, un modello ben preciso, un’identità, e quindi, un suo Dna che si è evoluto nel tempo. Se nella settima edizione abbiamo raccontato questo processo, quest’anno, invece, ne svisceriamo l’evoluzione, il cambiamento del genoma. In che modo possiamo interpretare la cucina italiana alla luce di queste trasformazioni, delle contaminazioni esterne e dei nuovi metodi? Ci confronteremo su questo».
Talk, masterclass, degustazioni, laboratori sperimentali, tasting, pizza, un hackathon, un concorso per studenti, pranzi memorabili e cene eccellenti. Il programma è ricco e articolato.
«I talk e i teatri sono strutturati per raccontare al meglio, nelle diverse e molteplici sfaccettature, l’evoluzione del Dna, quindi i nuovi metodi e modelli. “Food Exp”, attraverso “Sinext”, inoltre, si è implementato delle risultanze di un hackathon che si è svolto lo scorso novembre, i cui frutti saranno analizzati in queste giornate. Cosa è emerso dai tavoli composti da sessanta professionisti (di diversi settori) che si sono espressi su grandi temi come formazione, gusto, tendenze, lusso, in un percorso guidato da facilitatori presenti in ogni tavolo di lavoro? Comprenderemo anche questo».
Come vede il futuro di “Food Exp”?
«Il principio di massima è quello di continuare a portare avanti la conoscenza delle azioni in atto nel mondo del food e, in mood trasversale, anche nel mondo del management alberghiero. La ricerca di nuove tematiche proseguirà sempre, insieme allo sviluppo di progettazioni e interazioni con gli altri importanti istituti nazionali e europei».
Tra le peculiarità di questo evento, non passa inosservata la sua capacità di attrarre grandi personalità del settore. Non è scontato.
«Food Exp è una macchina che si alimenta con la possibilità di conoscere e attrarre interessi sempre nuovi nel mondo food nazionale e internazionale. Siamo sempre sulla piazza, sul pezzo, quindi, di fatto, si alimenta di stimoli e tendenze che poi porta al suo interno per accendere un dibattito. È una continua sperimentazione, un laboratorio permanente, di qualità per le risorse presenti».
Che bilancio fa di questi otto anni?
«Il bilancio ha una curva moto interessante e ottimista, viaggia su una linea costante di piacere e di qualità. Questo know-how viene assorbito dal territorio in modo graduale, ma intanto il progetto è sempre più attento e ricercato nell’offerta dei tantissimi spunti e occasioni per il pubblico fruitore».
Grande importanza hanno i giovani.
«I giovani oggi sono il vero core business di “Food Exp”, che nasce principalmente per generare attenzione e conoscenza tra le nuove generazioni. I destinatari sono proprio loro: guardiamo alle nuove promesse che faranno il futuro dell’Italia e del mondo. Cerchiamo anche di cogliere i nuovi talenti, i professionisti del domani che, attraverso il collegamento con le scuole professionalizzanti, possono così avere un orizzonte più vario e ricco di opportunità».