«B ere un bicchiere di vino a pranzo o cena è una scelta personale, ma è anche parte della dieta mediterranea da cui emerge che un consumo molto moderato ed equilibrato può rientrare tra le abitudini alimentari. Quando parliamo di vino, infatti, non si tratta solo di alcol: è un prodotto unico, anche per i suoi effetti microbiologici. Cibo e le bevande non sono solo nutrizione e sopravvivenza: fanno parte di ciò che rende la vita piacevole e sono anche centrali per il nostro patrimonio europeo. Quello che mangiamo e beviamo è parte di ciò che siamo». Lo ha detto il commissario europeo per la Salute e il Benessere degli animali, Olivér Várhelyi, per la prima volta in vi- sita Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che oggi chiude i battenti a Verona. Il commissario ha partecipato al conve- gno “Prospettive settore vino, la sua importanza in una dieta salu- tare ed equilibrata e come elemento portante del patrimonio cultu- rale-alimentare europeo”, organizzato dal ministero dell’Agricoltura. «Il vino incarna una tradizione europea che ha migliaia di anni - ha spiegato Várhelyi -. E anche qui, nella splendida città di Verona, ri- sale all’antichità. Anche se la produzione vinicola italiana è più mo- derna, ha già 60 anni di storia ed è cresciuta fino a diventare oggi un fenomeno globale. Sono qui per conoscere meglio questo mondo, e il contributo di questa regione come culla della dieta mediterranea». Il commissario Várhelyi è intervenuto anche sul dibattito relativo alla corretta informazione legata al consumo di alcol: «Le persone - ha dichiarato - devono avere a disposizione tutte le informazioni per compiere scelte personali che sostengano la loro salute. La politica pubblica è importante, ma anche la capacità di influenzare le scelte individuali. L’Italia è un buon esempio: la dieta mediterranea è una scelta quotidiana per milioni di italiani nel mondo. Sappiamo che il consumo di alcol, se si mantiene un equilibrio, non ostacola la lon- gevità». Il consumo di vino, in particolare di vino rosso, è stato oggetto negli ultimi anni di numerosi studi che hanno esaminato i suoi po- tenziali effetti sulla salute. Alcuni di questi studi suggeriscono che un consumo moderato di vino possa avere alcuni benefici, grazie alla presenza di antiossidanti come i polifenoli, che possono contribuire alla salute cardiovascolare e a ridurre il rischio di alcune malattie. La chiave, come in tutte le cose, è la moderazione. Alcuni dei poten- ziali benefici associati a un consumo moderato di vino includono la salute cardiovascolare: il consumo moderato di vino rosso, secondo alcuni studi, potrebbe essere associato a un minor rischio di malat- tie cardiache. Inoltre, i polifenoli presenti nel vino rosso possono avere effetti antinfiammatori e antiossidanti. Il vino, però, non è una semplice bevanda. È una voce importante della nostra economia. Con 14 miliardi di euro di fatturato nel 2024, la filiera vitivinicola oggi rappresenta il 10% dell’agroalimentare na- zionale, grazie a 241mila aziende agricole e agli oltre 680 mila ettari di superficie investita e alle circa 30mila imprese vinificatrici. I 44 milioni di ettolitri del 2024 pongono, infatti, l’Italia al vertice della classifica dei produttori mondiali, mentre l’export di quasi 22 milioni di ettolitri per oltre 8 miliardi di fatturato, confermano la leadership tra i fornitori mondiali in volume e la seconda posizione in valore. Negli ultimi 10 anni l’Italia è stato il Paese ad incrementare mag- giormente il valore delle esportazioni, con oltre il 50%, molto più di quanto avvenuto in Francia e Spagna, i due principali competitor. Positiva quindi la performance italiana 2024 (+3,2% i volumi e +5,5% il valore), ancora di più alla luce della stabilità degli scambi globali. Secondo l’analisi dell’export per segmento qualitativo, ottimo il ri- sultato delle Dop con +7,6% dei volumi spediti e +6,5% degli introiti, come anche delle Igp (+2,8% in volume e +1,3% in valore); rispet- to al 2023 si sono ridotti però i volumi di comuni (-6,6%) e varietali (-1,5%), a fronte di un recupero del valore rispettivamente del 6,7% e del 22,4%. Risultati eccezionali che si devono anche agli oltre 500 vitigni autoctoni e iscritti al catalogo nazionale, che esprimono al meglio il legame con il territorio. Espressione di questo sono i 529 riconoscimenti Ig che conferiscono all’Italia il primato mondiale; si tratta di 77 Docg, 333 Doc e 119 Igt, con un valore della produzione imbottigliata di oltre 11 miliardi di euro nel 2023, il 55% del valore di tutte le certificazioni, food comprese. I vini e i ristoranti di alta gamma, inoltre, valgono 58 miliardi di euro. Il primo Altagamma-Bain Fine Wines and Restaurants Market Monitor presentato all’interno della 57° edizione di Vinitaly, evidenzia valore e prospettive di questi comparti, un valore di 30 miliardi per i vini e di 28 miliardi quello della ristorazione. Nonostante rap- presentino solo l’1,5% del volume totale del mercato vinicolo, i vini di alta gamma generano l’11% del valore. Seppur più piccolo di altri settori del lusso come moda (20-25%) e cosmesi (15-20%), il vino pre- giato mantiene un ruolo primario nel comparto high-end. A metà strada tra il consumo domestico e la ristorazione di alto livello, que- sto segmento è un pilastro del mercato mondiale dell’alto di gamma che vale complessivamente 1.480 miliardi di euro.

Il re della dieta Mediterranea
Mercoledì 09 Aprile 2025, 05:00