Sabato 06 Settembre 2025 | 19:17

Soffia il vento del Maestrale sulla Puglia da cartolina

 
Bianca Chiriatti

Reporter:

Bianca Chiriatti

IL MAESTRALE NON TOCCARE

foto Nunzia Tarantino

Il nuovo singolo, «Mediterraneo centrale», smonta il lato più patinato e modaiolo della regione, con il mare simbolo di bellezza e naufragio

Venerdì 09 Maggio 2025, 07:00

Un invito a guardare in profondità, smontando le immagini da cartolina che caratterizzano il Sud Italia. Il progetto barese Il Maestrale (Alessandra Valenzano, Simona Valenzano e Nicholas Palmieri) torna il 16 maggio con «Mediterraneo Centrale», nuovo brano in uscita per Spazio Dischi che anticipa l’album d’esordio del trio, previsto per il prossimo autunno. Un manifesto musicale che fonde la tradizione cantautorale con il battito elettronico contemporaneo, e racconta il dualismo di un Sud bello e fragile, accogliente e respingente. Infatti dietro le spiagge dorate e la narrazione della «vita lenta» si nascondono spopolamento, mancanza di servizi, fughe forzate e un'identità sospesa.

Il mare è protagonista e confine: luogo di svago per alcuni, di speranza e pericolo per altri, e viene sapientemente illustrato anche nel videoclip, diretto da Alice Palumbo, ambientato nel teatro più piccolo d'Europa, quello cittadino di Noicattaro, trasformato in spiaggia, con scene di ordinaria rappresentazione estiva – la lettura al sole, la famiglia con borse frigo – ed elementi disturbanti, come il pescatore che tira su vestiti logori invece di pesci, mentre il pubblico filma tutto con lo smartphone, in una realtà che resta intatta e silenziosa.

Cosa vi ha spinti a raccontare questa realtà così cruda e contraddittoria?

«È una canzone-manifesto: siamo legati alle origini, a quello che è stato e a quello che sarà, ma vogliamo andare avanti. Non nasce con l'intento di denunciare qualcosa, è semplicemente scritta da una persona che sa che sta vivendo l'estate più fredda dei prossimi - almeno - 400 anni. Una canzone che poteva prendere la strada della hit estiva e si è trasformata in stagione di morte. Lo spunto è arrivato da una performance itinerante, Sun & Sea, che inscena le spiagge senza mare e senza sole. Ci siamo chiesti quale sarà il futuro della "Puglia da cartolina", patinata e modaiola, cuore pulsante ma edulcorata dalle sfumature negative che la caratterizzano, ma allo stesso tempo non volevamo neanche prendere una posizione totalmente disfattista. Noi siamo cittadini di questo Mediterraneo, volevamo raccontarlo dall'interno».

Nel brano si mescolano sonorità elettroniche e acustiche, questa commistione quanto riflette la vostra identità musicale?

«Il Maestrale è incollocabile a livello di genere, tanto cangiante quanto riconoscibile. Partiamo sempre da una base cantautorale, per valorizzare il testo attraverso un suono che vada a trascinarlo e sorreggerlo. Gli strumenti suonati sono immancabili, la chitarra, la batteria, i fiati che nell'album ci saranno. Si affiancano un po' alla tendenza dei nostri ascolti, la tradizione mediterranea che si fonde con l'elettronica, e poi le sonorità analogiche, più compresse. Dopo ondate di album estremamente nitidi, perfetti, digitali, volevamo un'atmosfera più calda, sincera».

Nel video il teatro si trasforma in una spiaggia surreale. Come è nata l’idea di questo cortocircuito visivo tra realtà e finzione?

«Trovare il palco di Noicattaro è stata una collocazione naturale, è uno spazio piccolo, antico, che non ha le pareti nere ma gialle. Poi nel frame finale ci sono gli spettatori che fotografano questa cartolina, che racconta l'inquinamento, il fast fashion, e mentre tutto questo succede si limitano a inquadrare con lo smartphone. Non è una condanna alla Puglia, ma un invito a sentirsi parte delle cose, fotografarle è come esserne fuori, estranei».

L'EP siete riusciti a realizzarlo grazie a un crowdfunding molto partecipato: com'è andata?

«Simona è un'economista, lavora nel mondo della Finanza, e la sua tesi di laurea aveva come argomento proprio il crowdfunding. Ci siamo chiesti se qualche "pazzo" avrebbe mai pagato per far uscire la nostra nuova musica. Ed è successo davvero: alcuni addirittura hanno acquistato concerti privati. La campagna, tra l'altro, è ancora aperta, la chiuderemo a settembre prima dell'uscita del disco».

Andrete in tour?

«Adesso arrivano un po' di date, l'11 maggio saremo a Pezze di Greco (Raparossa), il 23 all'Officina San Domenico di Andria, il 24 al Provocult di San Giovanni Rotondo e il 27 giugno torniamo al Teatro India di Roma. Da ottobre, poi, via alla promozione del disco, stiamo calibrando le energie».

Alla fine il mare, nel brano, è simbolo di bellezza ma anche di tragedia. Per voi che valore ha?

«Da sempre di incontro e accoglienza, veniamo da una città che festeggia San Nicola, santo straniero con la pelle scura che proprio a Bari ha trovato la sua casa. Il mare è crocevia di popoli, divide ma unisce, un luogo sconfinato di perdizione ma anche tanto affascinante».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)