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Ecco i «lupi» di Emanuele Barbati, tra ecologia e musica

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Ecco i «lupi» di Emanuele Barbati, tra ecologia e musica

Il disco 'Mentre fuori arrivano i lupi' uscirà il 10 giugno

Martedì 08 Giugno 2021, 10:11

Esce il 10 giugno per luovo di iCompany/Artist First «Mentre fuori arrivano i lupi», nuovo album del cantautore tarantino Emanuele Barbati. Un progetto discografico che comprende anche alcuni singoli pubblicati negli ultimi due anni e mezzo e che vanta una partnership etica con il Wwf Italia per sostenere la campagna “Adotta un lupo”. Undici brani in cui Barbati ancora una volta mostra la sua natura di cantautore impegnato, sempre attento ai temi sociali (il singolo “Libera”, ad esempio, sostiene Amref Italia per il diritto allo studio femminile in Sud Sudan, e l'associazione tarantina Alzaia che si occupa di prevenzione alla violenza di genere).

Dopo tanti singoli era arrivato il momento di un disco...
«Questo album è una rottura con il mercato musicale attuale. Ho voluto inserire quei brani costretti a essere singoli a tutti i costi, come vuole la tendenza del periodo. Una cosa svilente per un artista, sempre sotto pressione dal punto di vista mentale e creativo, e che spera che ogni brano porti qualcosa in più del precedente. Le canzoni hanno bisogno di un filo conduttore»

E il suo è legato anche a una tematica etica e sociale.
«C'è stato un momento anche dovuto alla pandemia in cui l'uscita di questo disco ha iniziato a vacillare. Un freddo giorno di novembre ho chiesto al cielo, al destino o a chi per lui, un segno, qualcosa che mi facesse capire la strada da percorrere. Io abito a Lizzano, sul mare, sono andato in un uliveto e ho incontrato un lupo, che mi ha guardato e se n'è andato. Non sono un visionario, né si trattava di un cane: ho scattato alcune foto, le ho inviate al Wwf e mi hanno confermato che avevo visto un vero lupo. Così è nato il sostegno a questa campagna, che studia il ripopolamento dei lupi in Salento: probabilmente vengono dalla Basilicata e stanno cercando di ricostruirsi un branco. Infatti il personale del Wwf mi ha pregato di non far vedere le foto in giro in quanto la caccia al lupo è ancora molto affascinante»

Dal punto di vista simbolico cosa rappresenta per lei questo animale?
«Sono sicuramente stato influenzato da un disco dei Rancid, “...And out come the wolves”, il loro punto di rottura con il mercato musicale, quindi ci ho trovato un parallelismo interessante, non solo nel titolo. Poi durante la pandemia mi sono appassionato all'aspetto più naturalista e animalista, a un ritorno alle origini, a un non sentirsi fondamentali come individui ma capire di far parte di un complesso più grande. Siamo subito portati a pensare all'ambiente come a un qualcosa che ci circonda: il lupo stravolge ciò che pensiamo sia giusto o sbagliato. È considerato cattivo quando invece è uno degli animali più schivi. Se riuscissi a finire in una favola, Cappuccetto Rosso per esempio, penso sparerei al cacciatore»

Che significa per un artista prendere una posizione così netta sui temi sociali?
«Tutti dovrebbero curare la propria coscienza ed etica, perché chi fa questo lavoro ha una voce amplificata, occorre attenzione sui messaggi da lanciare. È nostro dovere essere presenti sulle problematiche del posto in cui viviamo, ma anche su quelle più ampie. Oggi c'è troppa distanza da parte di chi fa intrattenimento, va un po' di moda non spingersi oltre, non parlare di certi argomenti»

Adesso è tempo di promozione del disco?
«Siamo in un periodo complicato, la prima presentazione sicuramente sarà a Taranto, stiamo lavorando in questi giorni sulle date. Per il resto dipenderà da come si mette la situazione. Io comunque continuo sempre a scrivere. Qualcosa non ha trovato posto in questo album, ma evidentemente non era ancora arrivato il suo momento»

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