Si chiama Donato Maiuri, è tarantino doc., e proprio a Taranto ha deciso di portare avanti la sua carriera di cantautore, con il progetto Ombre Cinesi, e producer (è presidente dell'etichetta Fragola Dischi). Dopo due album che hanno riscosso un buon successo, "Via Lombardia 24" e "Post Coito", e che gli hanno permesso di suonare all'interno di importanti contesti in tutta Italia, tra cui l'Uno Maggio nella sua Taranto, e il Sei tutto l'Indie Fest al Monk di Roma, quest'estate ha pubblicato il singolo Summer Card, un viaggio nel passato, quando non esisteva Whatsapp e la "card" del titolo consentiva di comunicare con gli amici via sms. Abbiamo intervistato Donato per scoprire qualcosa in più sul suo progetto.
Chi è Ombre Cinesi?
«Il progetto nasce nel 2017: già mi ero affacciato a quest'esperienza sul piano della produzione e del management degli artisti, nel momento in cui ho prodotto il mio stesso progetto, il caso ha voluto che sia stato proprio quello ad avere maggiore risonanza. Scrivo e suono da sempre, anche se mi piace seguire i ragazzi giovani, aiutarli nel trovare un'immagine e un'impostazione. Ma resto sempre quel ragazzo di 28 anni che ha seguito l'Uno Maggio di Taranto dalla prima edizione, e sognava di suonare su quel palco: alla fine è successo»
Il tuo singolo estivo, Summer Card, è stato lanciato in un modo molto particolare...
«Ho cercato di pensare ai momenti più evocativi delle estati della mia infanzia: il Festivalbar, determinate pubblicità, e la Summer Card, appunto, che ti regalava gli sms per sentirti con gli amici. Ho avuto l'idea di far sentire il brano in anteprima a tutti coloro che mandavano un messaggio su Whatsapp - più al passo coi tempi - a un determinato numero. Un'operazione per creare un pizzico di mistero: facevo partire una voce guida, robotica, che ormai non si usa neanche più, e guidavo gli utenti all'ascolto del brano. È stato bello sentire le reazioni, ho avuto feedback positivi. Il pezzo poi è ballabile: mi piacciono sia il cantautorato che la produzione elettronica, per l'estate ho prediletto quest'ultima»
Come nasce il tuo amore per la musica?
«Ho un aneddoto a riguardo: appena ho finito le scuole medie pensavo di dover dare un senso alla mia esistenza, caratterizzarmi in qualche modo, cercavo disperatamente qualcosa che mi distinguesse. Ero il classico tipo a cui i professori dicevano: «Sa fare tutto», mi sentivo indefinito. Casualmente parlando al telefono con un'amica, mi disse che aveva iniziato a prendere lezioni di chitarra, e mi fece ascoltare "The Great Gig in the Sky" dei Pink Floyd: è stato un colpo di fulmine. La musica mi ha folgorato, e da lì è nata questa grande passione»
La produzione musicale italiana degli ultimissimi anni è particolarmente ricca di nomi: che idea ti sei fatto?
«La prima ondata del cosiddetto indie italiano, quando era connotato davvero come tale, mi è piaciuta parecchio, è stata una vera novità. Oggi un po' di originalità si è persa, anche se continuano a esserci nomi interessanti: penso a Dymo, un giovane che sto producendo e con cui stiamo lavorando su un'identità ben definita, ma anche ai salentini La Municipal, a Fulminacci, a Margherita Vicario. Sono tutti nomi che conservano una certa coerenza, e nel tempo rimane solo chi ha qualcosa da dire»
Cosa significa per te lavorare a Taranto?
«Il panorama musicale pugliese è sempre fiorente, la nostra è una terra fortunata, sforna continuamente talenti. Essendo autoprodotto è stato un piccolo miracolo quello che è successo, e che gli operatori del settore si siano accorti di me. Oggi con internet e i social le distanze non esistono, mi piace diffondere il messaggio che si può rimanere qui e fare determinate cose. Certo la vita del musicista comporta anche l'essere pronti ad andare via, non lo escludo, ma in Puglia c'è un bel movimento, un notevole interesse nei confronti della musica»
Progetti imminenti?
«Negli ultimi anni sono stato sempre in giro, è una cosa di cui non posso più fare a meno. Ma questi mesi me li sto riservando per scrivere: è stata un'estate propizia, e non vedo l'ora di uscire con qualcosa di nuovo»