Si definisce una "mosca bianca" nel panorama musicale italiano, consapevole che il suo genere strizzi l'occhio più a un pubblico al di fuori dei confini del nostro paese. Eppure una delle voci più significative della canzone nostrana, Elisa, l'ha scelto personalmente come opening act dei suoi concerti in giro per tutti i teatri dello stivale. È The Leading Guy, all'anagrafe Simone Zampieri, che ha pubblicato il 3 maggio scorso il suo secondo album, "Twelve Letters", e ha partecipato al progetto corale "Faber Nostrum", interpretando una versione totalmente innovativa di "Se ti tagliassero a pezzetti" di Fabrizio De André, ricevendo i complimenti direttamente da Dori Ghezzi. L'abbiamo incontrato in occasione del suo arrivo a Bari: oggi (21 maggio) presenterà l'album al Caffè Portineria (Via Roberto da Bari, 58/A - ingresso libero); il 22 maggio suonerà al TeatroTeam in apertura del live di Elisa.
Com'è nata l'idea di comporre un disco con dodici "lettere"?
«Prima sono nate le singole canzoni, quando le ho avute in mano mi sono reso conto di ciò che avevo combinato. Il primo disco parlava di me, era autoanalitico, mi sono accorto che stavolta ogni canzone era rivolta verso altri, quasi come ad aver voglia di comunicare, cosa molto strana per me che sono un po' "orso". Probabilmente nelle canzoni ci ho messo la paura di non riuscire a comunicare nel modo giusto, e la lettera è la metafora migliore: la scrivi, la riscrivi in bella copia, e in questo disco ho cercato di non metterci alcuna nota in cui non credessi davvero. Sono molto autocritico, cosa non comune negli artisti, so di essermi impegnato molto a scrivere queste cose, allo stesso tempo spero che il pubblico ci metta altrettanta cura nell'ascolto»
Che feedback stai ricevendo dall'album?
«Molto buoni. Questo genere in Italia non attaccherà mai come deve, ma il sound è internazionale, e sono molto felice»
Il fatto che Elisa ti abbia scelto per aprire i suoi concerti è una grossa occasione per farti conoscere nel nostro paese. Com'è nato il vostro incontro?
«Per una volta è stata una cosa molto spontanea, in un mondo che vive solo delle azioni dei manager. Ho conosciuto Andrea Rigonat, il marito di Elisa, a un concorso per giovani cantanti dove entrambi eravamo in giuria. Ci siamo scambiati un po' di materiale, era curioso di sentire i miei pezzi. Li ha apprezzati, abbiamo collaborato per un altro progetto, poi il disco è finito nelle mani di Elisa e sono finito ad aprire i suoi concerti. Per una volta non devo inventarmi una bella storia, è andata proprio così»
Com'è il rapporto con i tuoi fan?
«Buono perché sono molto curiosi. Non finisci sul progetto The Leading Guy perchè è uscita una recensione su un giornale»
E il progetto Faber Nostrum?
«Quando mi hanno chiesto di partecipare, d'istinto volevo dire di no, perché non avevo mai cantato in italiano. Poi ho pensato che gli artisti devono avere un po' di coraggio, in fondo stiamo solo parlando di canzoni, e allora ho pensato fosse meglio cominciare con De Andrè che con una canzone brutta, almeno sul pezzo nessuno avrebbe avuto modo di recriminare. Ne ho provate tante, ma l'unica che secondo me funzionava era questa versione accelerata di "Se ti tagliassero a pezzetti". E quando abbiamo presentato il disco a Roma, Dori Ghezzi mi ha detto che avevo capito il senso del brano, perché anche se la versione originale è più dolce, Fabrizio in realtà nascondeva un intento più aggressivo. Del resto parliamo di un brano con un titolo forte. Ottenuta la benedizione di Dori Ghezzi, gli altri possono dire ciò che vogliono!»
Come sarà la tua estate?
«In giro a suonare in Europa. Toccheremo un po' di città, posti piccoli ma è per stare in movimento. E a ottobre annunciamo il tour nei club italiani con tutta la band. E torneremo anche in Puglia»