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Redazione online (foto Luca Turi)
22 Febbraio 2021
BARI - Continua a far discutere l'ordinanza del Presidente Emiliano che non dà più facoltà di scelta alle famiglie sulla didattica in presenza. Il fronte si divide vedendo in prima linea quei genitori che chiedono di portare i loro figli a scuola e che non hanno alcun tipo di permesso sul lavoro.
Il Comitato per il diritto alla Salute e all’istruzione e Priorità alla scuola Puglia ha organizzato questa mattina dinanzi a tutte le scuole un presidio: «Il Presidente Emiliano, tra un pomodoro secco e l’altro, ha messo sott'olio i diritti ancora una volta. Nell’ordinanza odierna, scrive per quindici giorni ma sappiamo bene che il periodo potrebbe facilmente allungarsi. Tutti in DDI salvo alunni con disabilità, con bisogni educativi speciali ed alunni con «ragioni non diversamente affrontabili».
E ancora: «La Puglia è in zona gialla, quindi tutto aperto, tranne tutte quelle attività per l'apprendimento, l'educazione e la cura della salute fisica e mentale dei bambini, dei e delle adolescenti. Per l'ennesima volta in Puglia si richiudono le scuole. Ancora una volta (con tutte le sue conseguenze) le istituzioni regionali, col beneplacito dei sindacati confederali, scaricano le loro responsabilità sulla scuola, abbandonandola a sé stessa».
RICORSO CODACONS LECCE - L’ordinanza regionale che ha disposto da oggi e fino al 5 marzo la didattica digitale integrata (Ddi) al 100% in tutte le scuole pugliesi rappresenta una «compressione del diritto fondamentale all’istruzione» con una «oggettiva ricaduta delle misure adottate sulla crescita, maturazione e socializzazione degli studenti, obiettivi propri dell’attività scolastica, che risultano vanificati senza alcuna possibilità di effettivo ristoro». Lo scrive l’avvocato Luisa Carpentieri nel ricorso presentato al Tar Puglia, per conto del Codacons Lecce e di un gruppo di genitori, per chiedere l'annullamento, previa sospensione della sua efficacia, dell’ultima ordinanza sulla scuola firmata dal presidente Michele Emiliano.
«Il presidente della Regione, ancora una volta terrorizzato da un potenziale aumento esponenziale dei contagi nelle scuole che ad oggi non ha ragione di esistere - si legge nel ricorso - ha stabilito la chiusura totale di tutte le scuole di ogni ordine e grado senza alcun riguardo alle evidenze epidemiologiche, o quanto meno, senza esplicitare i motivi epidemiologici secondo i quali, all’interno di una regione "gialla", l’unica attività di rango costituzionale che non possa essere effettuata in presenza è la scuola».
«Ciò che ancora oggi, dopo quattro mesi di ordinanze dall’efficacia temporale sempre più ridotta, sfugge al presidente della Regione Puglia - si legge ancora - è che finora le scuole non sono state dei cluster di contagio, non più di quanto lo siano stati altri luoghi in cui si riunisce gente».
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