«Io sono venuto in un non luogo. Non è giusto che nella Repubblica Italiana esistano posti come questo». Così il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, in vista nel Foggiano per incontrare i migranti occupati nelle campagne, durante una iniziativa organizzata dall’Unione sindacale di base (Usb) nei ghetti di Torre Antonacci e Borgo Mezzanone. «Ho saputo - ha aggiunto - del grande impegno delle istituzioni locali e della Regione Puglia per trovare soluzioni dignitose. Adesso anche lo Stato deve metterci tutto il suo impegno. Oggi sono qui a rendermi conto e guardare in faccia la realtà».
Per il ministro Provenzano il caporalato in agricoltura si sconfigge sì con le leggi e la repressione, ma inoltre e soprattutto «dando dignità a queste persone e liberandole dal ricatto e dalla vulnerabilità in cui si trovano, anche spesso a causa delle nostre leggi».
Dopo Torre Antonacci il ministro è atteso nel ghetto di Borgo Mezzanone, oggetto nei mesi scorsi di alcuni abbattimenti di baracche dove vivono i migranti. «I tempi dell’abbattimento del ghetto di Borgo Mezzanone sono differiti - ha spiegato il ministro - proprio per trovare tutte le soluzioni dignitose alla vita di queste persone, le stesse che tutti i giorni portano sulle nostre tavole i pomodori e le olive. C'è un problema - conclude - che riguarda i lavoratori migranti ma c'è un problema che riguarda anche i lavoratori italiani. Ricordo che in questa terra, qualche anno fa è morta Paola Clemente ed è giusto ricordare che la dignità del lavoro viene prima di tutto». Paola Clemente, bracciante agricola di 49 anni, venne stroncata da un infarto nell’estate del 2015 durante il lavoro per pochi euro nei campi di Andria.
(foto Maizzi)