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Alberobello si tuffa nell'arte contemporanea

Alberobello si tuffa nell'arte contemporanea

 
Pietro Marino

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Pietro Marino

Sette autori italiani in mostra al Museo del Territorio. Confronto intergenerazionale

Mercoledì 21 Dicembre 2022, 12:39

In una sera di mite dicembre ritrovo Alberobello avvolta da ingenue luminarie, quasi restituita alla dimensione di un Natale di antiche attese e di arcaici stupori. Un sentore di tempo remoto – per non dire magico – che appare sublimato nelle immagini di 7 autori italiani, diversi per generazioni e linguaggi, raccolte in tre spazi strategici per l’evento «Alberobello Contemporary Art» promosso dal Comune. Così un senso di sacralità archetipica promana dall’ambientazione site specific allestita nel Museo del Territorio da Michele Zaza, il celebre artista nativo di Molfetta (1948) che dagli anni 70 ad oggi ha compiuto una lunga introspezione esistenziale. Con più media anche ibridati (fotografia, pittura, scultura, video, performance) ha messo in causa il proprio corpo sdoppiato e il volto truccato come «specchio del mondo» e ha proiettato in dimensione astrale memorie familiari e domestiche. Percorso riassunto, in apertura della personale, da opere grafiche e video che introducono all’esito inedito: una costellazione di ciotole sparse sul pavimento e posate su un libro aperto, ripiene di terriccio fertile su cui si posano origami di carta lievemente dipinta, completate da tozzi di pane casereccio o da fiocchi di ovatta: un rito di speranza vegliato da luce fioca. Mentre nell’ambiente si spande amplificato il battito di un cuore umano.

A breve distanza, nella Casa dell’Amore, si fa protagonista di un diverso mistero laico proprio Alberobello con i suoi trulli e le sue case, nel ciclo di fotografie eseguite in loco da un altro autore ben noto, Luca Campigotto (Venezia 1962). Protagonista di una esperienza di fotografia del paesaggio che lo ha portato a riprendere in tutto il mondo gli spazi di natura selvaggia – la Wildness - , i luoghi dell’Antico, e soprattutto il paesaggio urbano e industriale. Privilegiando le ore notturne ed evitando ogni presenza di corpi viventi. Ricercando una definizione visiva portata a livelli tra iperrealismo e allucinazione, con uso perfezionistico del banco ottico digitale. «Da Bernardo Bellotto a Blade Runner» – come dice lui stesso, dichiarando anche il culto per grandi fotografi americani come Robert Adams, Stephen Shore. A mezza strada si colloca un paesaggio «anomalo» come quello in cui i trulli convivono con anonime costruzioni «moderne». L’effetto è di straniamento da fondale scenografico per un teatro metafisico.

Michele Zaza e Luca Campigotto sono le due star del progetto curato da Antonella Pierno, che si completa con la partecipazione di due artisti pugliesi legati al territorio, Guillermina De Gennaro e Pierpaolo Miccolis, e di tre giovani emergenti, ancora studenti dell’Accademia milanese di Brera. A Brera insegna infatti la Pierno, artista che vive ad Alberobello col marito Cosmo Laera, uno dei più noti fotografi di Puglia, docente anche lui a Brera. I cinque autori sono raggruppati negli spazi dell’ex Mercato coperto, ribattezzato dal Comune Casa Alberobello o Casa delle Arti. Dalle sue vetrate traspare all’esterno la bellezza malinconica dei mezzi volti di giovani donne dipinti da Guillermina, mentre fa crescere da terra esili rampicanti che nascondono calchi di teste antiche. Dialoghi fra arte e natura intessuti da una artista che vive a Bari ma ad Alberobello è legata per aver diretto la rassegna «Experimenta» dal 1998, per una dozzina di anni. Proprio ad Alberobello è nato e vive Miccolis. Propone per la prima volta, accanto a dipinti che confermano il suo talento metamorfico, due «sculture» di analoga - forse maggiore - suggestione visionaria: teschi totemici di animali che spuntano da festose coperte domestiche.

Gli corrispondono in qualche modo, ma con levità grafica, le ibride visioni di Marco Paleari, uno dei tre interessanti giovani venuti da Brera. Mentre gli altri due, Giorgio Bernasconi e Pietro Guglielmin, rinnovano movenze della pittura astratta, anzi aniconica, del secondo 900. Il primo con stesure raffinate di pigmenti memori del color field americano, il secondo tramando vibrazioni di motivi vegetali con sensibilità tattile. Ma per andare più a fondo nelle motivazioni dei sette autori soccorrono le schede redatte da Roberto Lacarbonara (e da Gaetano Centrone per Michele Zaza).

Qui mi preme segnalare anche la valenza «politica» di una manifestazione che punta a rilanciare la conversazione continuamente interrotta fra i trulli e l’arte contemporanea. Spera infatti di rinnovare l’appuntamento negli anni prossimi e intanto acquisisce opere dei 7 artisti per una raccolta comunale che già vanta il prezioso lascito di immagini da «Alberobello Fotografia», la rassegna nazionale ideata e diretta dalla coppia Laera -Pierno tra il 1996 e il 2004. Ma non starò a ricordare (porta male) le tante iniziative avviate negli anni ad Alberobello, con sorte analoga alla «Galleria che non c’è» a Bari. Proporrei piuttosto, come ostinato augurio per l’Anno Nuovo, un PNRR anche pe l’arte. Un piano pugliese di Ripresa e di Resilienza per un banco ottico della cultura che ci aiuti a “saper vedere” nell’oscurità dei tempi che cambiano.

La rassegna “Alberobello Contemporary Art” è stata promossa dal Comune di Alberobello in collaborazione con la Regione Puglia, l’Unesco, Puglia Promozione e l’Accademia di Belle Arti di Brera, per celebrare i 26 anni dalla consacrazione Unesco della città dei trulli come «Patrimonio dell’Umanità». È visitabile in tre spazi cittadini (Museo del Territorio, Casa dell’Amore, Casa Alberobello) sino al 6 gennaio 2023. Ingresso libero. Orari: dal lunedì alla domenica 10-13, 17- 21. Chiuso 25 dicembre e 1° gennaio.

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