SPINAZZOLA - Era il 4 aprile. La prof.ssa Vera Maria Di Giulio non scorderà mai quella data. «Mio padre aveva 78 anni: è arrivato al Bonomo di Andria due ore dopo essere stato colpito da malore, ma non c’è stato nulla da fare. Mio padre prosegue - era già gravemente ammalato, ma la situazione è peggiorata, respirava a fatica: l’autoambulanza medicalizzata è arrivata da Minervino Murge, qui a Spinazzola c’era quella senza medico a bordo. Arrivato finalmente al’ospedale di Andria in codice rosso, è stato intubato e trasferito in rianimazione ma era troppo tardi, non c’è stato più nulla da fare».
«Quello che è successo a mio padre è solo uno dei tanti casi che si verificano qui sulla Murgia. Lui aveva a cuore la salute, si rivolgeva con fiducia agli specialisti e si curava. In questo caso non ha avuto fiducia nel 118, perché come ci ha sempre detto aveva paura di andare di sera col 118 in un pronto soccorso, cosa che in altri momenti non aveva mai detto».
E aggiunge: «Era andato al pronto soccorso due anni fa perché aveva avuto un malore, aveva subìto un intervento. Ha sempre accettato e superato le difficoltà, ma in questo caso non aveva proprio fiducia e questo è un malessere condiviso da molti cittadini, specialmente dagli anziani che non chiamano il 118 perché hanno paura. Con un medico sull’autoambulanza e un punto di primo intervento probabilmente ritornerebbe quella fiducia che è necessaria per avere il nostro diritto alla salute e che al momento si è eclissata».
Nella cittadina murgiana il presidio ospedaliero non garantisce alle persone neanche le basilari prestazioni specialistiche. Il risultato? Le liste di attesa sono infinite. «Non so se mio padre si sarebbe salvato – aggiunge Vera – so solo che quei minuti erano preziosi. Sono trascorse due ore, infatti, da quando abbiamo chiamato il 118 e lui è arrivato all’ospedale Bonomo di Andria. Due ore, in ogni caso e specialmente in quelli più gravi, possono compromettere lo stato di salute del paziente. Non vorrei che questa tragedia possa accadere di nuovo, ma indietro purtroppo non possiamo ritornare».
E aggiunge: «Spinazzola è isolata abbiamo le strade dissestate, l’inverno c’è la neve o la nebbia e quindi raggiungere proprio Spinazzola è difficile, noi ci sentiamo abbandonati. È una vera e propria battaglia giornaliera per la salute». La stessa battaglia che sta provando a combattere il Gruppo Promotore a Difesa della Salute, il movimento spontaneo dei cittadini che rivendicano il loro diritto alla salute. «Vogliamo coinvolgere tutta la cittadinanza – sottolinea Francesco Maria Carulli –. Come gruppo chiediamo di aderire al progetto Gatekeeper rivolto al tema dell’invecchiamento e alla prevenzione dei fattori di rischio. Non andrà a sostituire quelle che sono le problematiche attuali, ma bisogna aderire in massa così da partecipare anche ad altre attività e progetti pilota che siano più complessi e che possano prevedere delle strutture sul nostro territorio».
«In realtà questo progetto a cui ha aderito la Regione Puglia è importante per Spinazzola – aggiunge Martino Leporiere – perché promuove interventi per la diagnosi precoce e percorsi terapeutico-assistenziali, per prevenire o ritardare l’insorgenza delle complicanze più gravi». Interviene il direttore generale Asl della Bat, Tiziana Dimatteo: «Il numero delle postazioni attive presso il distretto di Spinazzola oggi è coerente con quanto previsto dalla normativa regionale. Relativamente invece all’attività ambulatoriale del distretto effettivamente abbiamo delle difficoltà per alcune discipline per le quali ci stiamo attivando per i bandi e anche per valutare anche una nuova organizzazione assistenziale per questo comune magari creando delle sinergie con il comune di Minervino».
«Sono perfettamente a conoscenza delle criticità – afferma il sindaco Michele Patruno –. Sto lavorando per cercare di eliminarle, chiedendo di assumere medici e riorganizzare adeguatamente il servizio. Ho ottenuto la massima disponibilità da parte della Asl Bat. Purtroppo, Spinazzola è nella media della sanità in generale, questa situazione non va bene e va sicuramente migliorata. Vogliamo risolverla nel più breve tempo possibile e riportare tutto alla normalità e di avere più medici a disposizione, compresi i medici a bordo delle autoambulanze e nella postazione fissa medicalizzata».