Venerdì 05 Settembre 2025 | 05:13

Bari, orinatoio a cielo aperto in un parcheggio: degrado a due passi dalla scuola e dal lungomare

 
Redazione online (Foto Fasano)

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Redazione online (Foto Fasano)

A pochi metri dall’istituto Vivante e accanto a uno dei lungomari più belli d’Italia, i residenti denunciano: «Odori insopportabili e nessuna pulizia. Le istituzioni intervengano subito».

Giovedì 04 Settembre 2025, 19:01

Un parcheggio di proprietà dell’Acquedotto Pugliese, a pochi passi dalla scuola Vivante e dal lungomare, si è trasformato in un vero e proprio urinatoio a cielo aperto. L’indignazione dei residenti cresce di giorno in giorno: da mesi denunciano una situazione indegna, che calpesta il decoro urbano e mette a rischio la salute pubblica.

La scena è sotto gli occhi di tutti: a cinque metri da un istituto frequentato da centinaia di studenti e famiglie, in un punto strategico della città che dovrebbe rappresentare un vanto per turismo e cittadini, regna invece il degrado. Angoli sporchi, maleodoranti, impraticabili.

Ogni mattina passa il servizio di lavaggio strade, ma il problema non viene mai affrontato nel punto più critico: come documentano i video dei residenti, l’area incriminata resta sempre fuori dalla pulizia. Risultato? Un tanfo insopportabile che impregna l’aria e un biglietto da visita vergognoso per chi arriva in città.

Non è solo questione di estetica. È un rischio igienico-sanitario enorme: bambini e ragazzi sono costretti a camminare accanto a quell’area, respirando odori nauseabondi e assistendo a uno spettacolo indegno di una città civile.

I cittadini non si limitano più a chiedere, pretendono un intervento immediato da parte del Comune, dell’Acquedotto Pugliese e dell’ASL, che ha l’obbligo di garantire la salubrità degli spazi pubblici. «Com’è possibile tollerare un simile scempio a due passi da una scuola e dal lungomare?», denunciano i residenti esasperati.

Il messaggio è chiaro: qui non è solo in gioco l’immagine turistica della città, ma la qualità della vita e il diritto alla salute dei cittadini. Ora tocca alle istituzioni: chi ha responsabilità non potrà più voltarsi dall’altra parte.

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