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Nicola Simonetti
27 Dicembre 2017
“L’indagine – dice Andrea Ceron, dip. di Scienze Sociali e Politiche, coordinatore della ricerca - traccia il profilo degli utenti che conversano in rete:
1) esistenza di due comunità molto polarizzate e attive pro e contro, simili per numero di utenti;
2) una galassia di gruppi dalle posizioni intermedie,
3) 44% di utenti comuni non polarizzati.
Valutando la “forza” dei gruppi, ovvero la capacità di attrarre condivisioni e consensi da chi non fa parte della comunità, abbiamo osservato che gli antivaccino e scettici sono molto chiusi e autoreferenziali: i sentimenti anti-vaccino si fermano al 20% su Twitter e al 30% su Facebook”.
I gruppi pro vaccini, che complessivamente coinvolgono numero di attivisti analogo agli anti-vax, generano consenso superiore e sono meno autoreferenziali. Pensieri e commenti positivi verso i vaccini arrivano all’80% su Twitter e al 72% su Facebook.
I dati possono essere interpretati: la maggioranza della popolazione online è pro-vaccini. “In questo panorama va segnalato – dice Roberto Burioni, microbiologo, virologo univ. Vita-Salute San Raffaele, Milano (su Facebook conta 300 mila followers) – che i tassi di vaccinazione sono più bassi nelle aree dove le persone contrarie alle vaccinazioni sono più attive: essi riescono a convincere qualcuno e sarebbe importante una corretta informazione sui vaccini in ogni occasione possibile online, e non soltanto”.
La meningite è una delle ‘star’ della comunicazione sul web. “La scomparsa dei casi di meningite da meningococco è assolutamente possibile grazie agli strumenti di prevenzione che abbiamo oggi a disposizione”.
Lo assicura Rino Rappuoli, chief scientist GSK Vaccines, padre delle più moderne generazioni di vaccini, che ha sviluppato e brevettato i primi vaccini per tutte le forme di infezione da meningococco e che, per il vaccino per il meningococco B, ha messo a punto la tecnica rivoluzionaria, della Reverse Vaccinology.
L’obiettivo finale delle campagne di vaccinazione potrebbe essere la completa scomparsa dell’infezione da meningococco. È la grande speranza di Tutti i vaccini contro la meningite sono raccomandati dal Piano Nazionale Vaccini. Per questo motivo una corretta informazione anche sul web è sempre più importante, perché permette ai genitori di scegliere consapevolmente di proteggere i loro figli da malattie potenzialmente fatali come la meningite”.
“Ed è proprio on line che in Italia le mamme sono molto attive - spiega Virginia De Marco, giornalista ma anche mamma e blogger –: il 92% ha uno smartphone che usa principalmente per andare sui social (dati Fattore Mamma-2B Reserach, 2017). I social network sono per le mamme una fonte di informazione primaria. E il tema ‘vaccini’ viene sollevato di frequente.
Quello che osservo, da mamma e frequentatrice di gruppi e community di altre mamme online, è che se è vero che raramente vengono esposte posizione no-vax nette, e chi lo fa viene rapidamente isolato (spesso sono dagli stessi amministratori dei gruppi, che vedono come fumo negli occhi questo tipo di polemiche), dall’altro l’alto è invece molto diffuso un sentimento interlocutorio nei confronti dei vaccini. Si chiedono consigli alle altre mamme, esperienze, pareri. ‘Non sono contraria ai vaccini, ma con tutto quello che si sente…’. Il leitmotiv dominante è su questa falsariga. Insomma: i no-vax magari convincono poco. Ma riescono a instillare dubbi”.
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