Adolescente in cerca di medico perché egli, oggi, è “abbandonato a sé stesso”, nella fase più critica dello sviluppo. I pediatri di libera scelta si propongono per prenderli in carica fino al raggiungimento della maggiore età. La proposta, corredata da studi ed osservazioni cliniche, è stata fatta nel corso del congresso “I pediatri e le sfide del nuovo millennio: denatalità e organizzazione sanitaria”, organizzato, a Bari, dalla sezione regionale Puglia di Simpef - Sindacato Medici Pediatri di Famiglia a Bari (presidente, dr. Nica Ferri).
“È sotto gli occhi di tutti – ha detto il dr Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef - la montante criticità della fase di vita adolescenziale, stretta tra un crescente complesso di inadeguatezza, ansia, ma anche de-responsabilizzazione delle figure adulte di riferimento, compresi i genitori, e stili e condizioni di vita inappropriati, dalla sedentarietà all’abuso di quanto le moderne tecnologie di comunicazione mettono a disposizione. In questa situazione, oggi il ragazzo è di fatto, assistenzialmente, “abbandonato a sé stesso”.
Andrebbe accolta e perseguita la disponibilità dei pediatri di famiglia ad assicurare la propria competenza assistenziale a tutti gli assistibili, fino al compimento della maggiore età posta, sia scientificamente sia legalmente, al diciottesimo anno di vita. In questo modo si garantirebbero, in maniera appropriata, le cure necessarie in un’età socio- sanitariamente problematica… Sotto questo punto di vista, la figura e il ruolo del pediatra, considerato dalle famiglie un punto fermo nella cura e nell’assistenza, sono fondamentali e la nostra attività professionale dovrebbe essere sostenuta e ampliata. Occorrerebbe migliorare e rendere maggiormente efficiente la presa in carico dei piccoli assistibili, grazie soprattutto alla messa a loro disposizione di pediatri di libera scelta che possano avvalersi dell’opera di collaboratori di studio infermieristici ed amministrativi per lo svolgimento della propria attività professionale.”
Si richiede – ha detto il dr Francesco Azzaro, presidente confederazione italiana pediatri (CIPE) - contenute negli accordi collettivi nazionali come segno di affidabilità della controparte amministrativa e politica. Nel dibattito sono emerse alcune proposte: “In primo luogo – ha premesso Miraglia - è opportuno ricordare come da anni non si sottoscrivono convenzioni rinnovate, nel senso di un adeguamento alle radicalmente mutate condizioni sociali e sanitarie dell’infanzia e dell’adolescenza, ma non solo. Intere parti di sostanza degli Accordi collettivi nazionali vigenti non sono ancora applicate o sono unilateralmente ed improvvidamente disattese dalle amministrazioni regionali.
Inoltre, l’ultimo accordo, siglato pochi mesi fa, è scaduto il 31 dicembre; siamo nuovamente in una situazione di vacatio. Ed è per questo che, con grande senso di responsabilità civile oltre che professionale, ci rivolgiamo al rinnovato Comitato di Settore Sanità perché si attivi per avviare le procedure per la riapertura del tavolo di discussione, indicando a SISAC - Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati, nella sua eventualmente rinnovata composizione, di procedere alla relativa convocazione, quanto mai opportuna… Nel corso dell’incontro di Bari su questi temi sono stati sensibilizzati tanto rappresentanti della società civile, di authority a tutela dell’infanzia e adolescenza quanto autorevoli esponenti delle Istituzioni parlamentari, quali l’On. Francesca Galizia e il Sen. Ubaldo Pagano. Tutti hanno condiviso la necessità di approfondire queste problematiche al fine di ottenerne l’opportuna risoluzione. Ci auguriamo che alle parole seguano fatti concreti.”