Un pacchetto di cento voti comprato dopo aver mercanteggiato con un giovane d’onore della famiglia malavitosa dei Parisi, a prezzo di saldo. Venticinque euro invece di cinquanta, più un posto di lavoro. L’acquirente, in questa trattativa, secondo la Direzione distrettuale antimafia, sarebbe stato Antonio Lopez, imprenditore eletto nel 2020 nel consiglio comunale di Modugno, e fino ad un mese fa, assessore.
Uno dei retroscena dell’inchiesta che ha portato lo scorso 5 novembre all’arresto da parte della Guardia di finanza di sei persone tra le province di Bari e Foggia nell'ambito di una inchiesta su un presunto scambio elettorale politico-mafioso in occasione, come già detto, delle elezioni comunali del 2020 a Modugno. Le accuse a vario titolo sono di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Tra gli indagati figura il sindaco di Modugno, Nicola Bonasia (centrodestra), mentre il già citato assessore Lopez (candidato alla Regione con Fi), è tra gli arrestati.
Su delega del ministro dell’Interno, il prefetto di Bari, Francesco Russo, ha nominato una commissione di indagine incaricata di verificare «la sussistenza di eventuali forme di infiltrazione o condizionamento mafioso nel Comune di Modugno». Ne ha dato notizia la stessa Prefettura di Bari riferendo che il prefetto ha firmato un decreto con cui definisce il lavoro che dovrà fare la commissione, che si è insediata ieri presso il Comune di Modugno, per i prossimi tre mesi, prorogabili di altri tre. A farne parte sono il viceprefetto aggiunto Michelangelo Montanaro, il dirigente Maurizio Alicandro, e il comandante della compagnia carabinieri di Modugno, il maggiore Giovanna Bosso. A collaborare alle verifiche sarà anche il nucleo di supporto composto da personale delle forze di polizia.
Gli accertamenti seguono l’inchiesta della Dda nella quale Antonio Lopez, è accusato non solo di aver comprato dal clan mafioso Parisi i voti necessari alla sua elezione nel 2020, ma anche di avere fatto da tramite con un esponente del gruppo criminale per sostenere l’attuale sindaco, Nicola Bonasia al ballottaggio, in cambio di un posto di lavoro.
Bonasia - secondo la Dda - era «perfettamente a conoscenza degli «opachi rapporti» di Lopez con la mafia. Dalle indagini è emerso che ci sarebbe stato il ricorso al bacino elettorale mafioso controllato dal clan Parisi anche per le Europee della primavera 2024, per cui sarebbero stati promessi voti in cambio di un acconto di complessivi 2.000-3.000 euro, oltre alla disponibilità a soddisfare le esigenze del clan mafioso barese.
«In Forza Italia non c'è il minimo spazio per chi ha anche solo vagamente con la mafia», si legge in una nota a firma del segretario regionale di Forza Italia, on Mauro D’Attis. «La nomina di oggi rappresenta un passo avanti, è di massima importanza garantire la trasparenza e la legalità per i cittadini e le istituzioni», ha commentato il deputato M5S e coordinatore regionale Leonardo Donno.
















