Sabato 06 Settembre 2025 | 03:21

Assemblea o «Talent» purché si stia insieme

 
Mirella Carella

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Mirella Carella

Assemblea o «Talent» purché si stia insieme

A scuola l’inizio delle vacanze sono sempre anticipate dalla convocazione dell’assemblea di istituto, un modo per anticipare la festa che inizia subito dopo l’appello e dopo qualche noiosa indicazione didattica circa l’ultimo argomento affrontato o sul lavoro assegnato per casa

Giovedì 17 Aprile 2025, 10:03

Come ormai consuetudine, a scuola l’inizio delle vacanze sono sempre anticipate dalla convocazione dell’assemblea di istituto, un modo per anticipare la festa che inizia subito dopo l’appello e dopo qualche noiosa indicazione didattica circa l’ultimo argomento affrontato o sul lavoro assegnato per casa. Alle ore 9,00 dopo il liberatorio suono della campanella, tutti a casa. A questo pensavo durante il solito percorso in macchina per raggiungere la scuola e mi sono tornate alla mente le assemblee di istituto dei miei 16 anni, che sembrano sempre più appartenere ad un altro tempo, quando dopo il suono della campanella la palestra si faceva gremita di studenti, tutti stipati in attesa che i rappresentanti di istituto salissero sul solito sgabello per farsi spazio tra le centinaia di testoline colorate e muniti di megafono, dessero inizio al dibattito. Ed era un dibattito partecipato.
Parlavamo dei problemi della scuola ma soprattutto di ciò che prendeva forma oltre queste aule, perché ciò che accadeva nel mondo, di cui sapevamo essere parte, ci appariva reale ed importante. Era il tempo in cui le nostre idee e persino le nostre proposte strampalate - per via dei nostri pochi anni - su come cambiarlo il mondo, ci sembravano necessarie.
Il mondo era ancora dei giovani.
Negli anni questa abitudine si è fatta flebile, affievolita dall’idea che ciò che accade al di là del nostro recinto non ci appartenga. Il mondo là fuori, sempre più minaccioso, appare ai nostri figli completamente slegato dalle loro esistenze, dal loro sguardo, e se ciò è accaduto di certo non è solo dipeso dal loro lassismo, ma anche per quanto gli abbiamo insegnato. Anche la scuola ha fatto la sua parte: la nostra prudenza, la nostra neutralità, la cautela nel prendere posizioni e sempre più spesso l’incapacità di schierarci, ha fatto il resto. Forse per via della convinzione, del tutto fuorviante, che la politica dovesse restare fuori dalle aule, fingendo che ciò fosse possibile. E questo di certo non cambierà se intimiamo loro di prendere parte alle manifestazioni o di far sentire coraggiosamente la propria voce a suon di decreti legge.
Pensavamo di tenere loro al riparo dai grandi disastri, e invece - nostro malgrado - i nostri figli stanno imparando a viverci nel mezzo.
Ma come mi capita spesso di ripetere, i ragazzi sono sempre capaci di sorprenderci e ciò è quanto accaduto anche oggi. L’occasione il Talent Show organizzato in fretta in questi ultimi giorni dai rappresentanti di Istituto e dopo il fatidico suono della campanella, l’auditorium per la prima volta è apparso brulicante di studenti. Tutti stipati, come nei ricordi ingialliti delle mie assemblee di istituto, e tutti in attesa che lo show iniziasse.
Penserete - lo so - che nulla abbia a che fare con quanto descritto in quel tempo lontano che fu, ma oggi più che mai resto convinta del contrario.
Ciò a cui abbiamo partecipato non è stata una parentesi divertente, ma un primo passo per sentirsi parte di una comunità, in cui mettersi in gioco e di prendersi cura delle emozioni, dei sogni e dei talenti dell’altro e di farlo in punta di piedi, per non calpestare le fragilità, l’emozione, i timori, le ritrosie anche degli studenti più schivi, di quelli che non hanno mai fatto parte dei cool, dei «popolari», come vengono chiamati dai ragazzi.
Avete intrapreso il vostro primo passo per essere parte di una assemblea.
Fare comunità, resta a mio avviso, l’atto politico più sovversivo a cui oggi si possa partecipare, in un mondo di giovani chiusi o rinchiusi nelle loro dolorose solitudini.
Bravi ragazzi!

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Mirella Carella

Diario di Classe

Biografia:

Nasce la collaborazione con la «Gazzetta» di Mirella Carella, che curerà la rubrica «Diario di classe», piccole e grandi storie quotidiane che nascono tra i banchi e nei cuori dei giovani. Mirella Carella, barese, ha lavorato nel mondo dell’arte partecipando a mostre in Italia e all’estero, alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Dal 2015 è docente di ruolo in Disegno e Storia dell’Arte.

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