Prima di salire sul palco, nessun rituale: «Non sono scaramantica, ma ho bisogno di stare sola. Ripasso ogni momento, mi immergo mentalmente nella scaletta, rivedo gli arrangiamenti. È il mio spazio di introspezione». E stasera Annalisa sarà sul palco del PalaFlorio di Bari, con uno show (domani il bis) che ricalca il titolo dell'ultimo album, Ma Noi Siamo Fuoco – Capitolo I (inizio ore 21, pochi biglietti ancora disponibili su Ticketone). «È l’inizio di un nuovo ciclo – racconta Annalisa – questa è la dimensione live che preferisco, perché il palazzetto è una scatola nera che puoi trasformare in ciò che vuoi. E insieme al pubblico c’è un viaggio dove trasformazione, energia e introspezione si mescolano».
Uno show che si sviluppa in una narrazione in tre atti, definiti «sogni», che rappresentano la metamorfosi dell’artista: fuoco, fiume e tigre, metafore della trasformazione, dell’energia e dello scorrere del tempo. «Il tempo ci trascina, trasforma - continua - la tigre è l’energia, la parte selvaggia, l’istinto, la sfida che rincorre se stessa. Il fuoco è la scintilla creativa, la passione, ciò che ti consuma ma anche rigenera. In realtà sono tutte metafore del tempo vissuto non come una linea, ma come un continuo tuo susseguirsi di cicli».
La scenografia è imponente: al centro domina un vulcano monumentale, simbolo di energia primordiale, distruzione e rinascita. Tecnologie visive di ultima generazione, laser, proiezioni e architetture luminose creano un dialogo continuo tra musica e arti visive. Il progetto artistico è firmato Denso Studio, mentre Jacopo Ricci cura la direzione artistica e il light design, forte di collaborazioni internazionali con Skrillex, The Weeknd, Travis Scott e Janet Jackson. Sul palco con Annalisa i musicisti di sempre: Daniel Bestonzo (direzione musicale, keyboards & synth), Gianni Pastorino (keyboards & synth), Dario Panza (drums & pads) e 14 ballerini diretti da Simone Baroni. «Non deve mancare il racconto, la coerenza tra disco e palco. Scrivendo i brani pensavo già al live. Il mio segreto? Lavoro, coerenza, ascolto di sé, onestà nella scrittura e priorità alla voce e alla performance. La musica prima di tutto».
















