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Da Taranto al merito Leogrande, che saggio

 
Liborio Conca

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Per Alessandro Leogrande, un anno dopo

Alessandro Leogrande

Leggere i suoi libri significa capire le questioni più cruciali del nostro tempo e della nostra terra

Mercoledì 02 Novembre 2022, 07:04

Manca, manca tantissimo, ogni giorno manca Alessandro Leogrande. Non è mai troppo tardi per scoprirlo o riscoprirlo, giacché per nostra fortuna ha lasciato molta scrittura. Articoli reperibili online, libri, riflessioni. Tante domande, e a saper leggere bene anche qualche risposta, perché è vero che dagli intellettuali ci si aspettano le domande, ma ogni tanto sarebbe gradita anche una risposta. Se non altro, un’indicazione, una rotta. Una traccia. Del resto, c’è un pensiero che accomuna chiunque abbia letto e conosciuto Leogrande: com’è possibile che una testa così brillante non sia stata riconosciuta per quello che è? Non che Leogrande non fosse già letto, e conosciuto, quando improvvisamente ci ha lasciato, era un novembre di cinque anni fa, assolato come questo. Ma quanto avrebbe dovuto esserlo (essere letto, e conosciuto) di più. Il perché è presto detto.

Sui giornali e sulle televisioni e insomma in quell’intreccio massmediatico prevalente che contribuisce a formare l’opinione pubblica abbondano osservatori superficiali, editoriali non richiesti, analisi fondate su impressioni personalissime e va da sé spesso sbagliate. L’opinionista medio, se vuol fare un pezzo sul «disagio delle periferie», prende il taxi, fa un giretto nel quartiere X, il fotografo gli scatta Qualche Istantanea Ad Alto Tasso Simbolico, parla con qualche personalità del luogo e va via per fissare l’impressione. Leogrande faceva, al contrario, quello che bi- sogna fare per capire e spiegare. E quindi ci andava, a Taranto o in Albania o nelle piazze romane delle manifestazioni più radicali. E ci restava, tutto il tempo necessario, con la forza della propria conoscenza, della curiosità umana e intellettuale, dell’empatia. Del Sud, e della sua città, Leogrande era innamorato; e proprio per questo voleva conoscere, comprendere. Da pochi giorni Feltrinelli ha ripubblicato Fumo sulla città, e la città del titolo è Taranto, dove Leogrande è nato e cresciuto. Dentro ci sono articoli, brevi saggi e inchieste che raccontano la politica, gli appalti, le questioni urbanistiche, la società, il ceto medio, i personaggi e naturalmente l’enorme mistero dell’Ilva, il siderurgico che si staglia sulla città.

«Ecco, Taranto può cominciare a guardare al proprio futuro, può evitare di chiudersi in un eterno agonizzante presente, se accetta di rischiare. Se ha il coraggio di ridefinire radicalmente i propri problemi, di discostarsi dal percorso che per lei è stato tracciato da altri», scriveva Alessandro. Ma sarebbe limitante rinchiudere Leogrande alla seppur nobile voce del «meridionalista». Ai migranti ha dedicato pagine intense, e meravigliose, in libri come Il naufragio e La frontiera. Ecco, questi libri dovrebbero leggerli tutti. E poi ha scritto di fascismi vecchi e nuovi («Certo, nessuno pensa che possa ricostituirsi il Pnf, che possa rinascere una dittatura: eppure c’è un neofascismo che, di decennio in decennio, si riproduce seguendo dinamiche in fondo molto simili»), ambiente – ricollegandosi alla lezione di Alex Langer – e anche di calcio, una sua passione, con Zdenek Zeman come bus- sola, «l’allenatore più anti-italiano che ci sia», l’utopista offensivo partito da Foggia per destabilizzare la solida tradizione difensivista italiana. Ancora, in un articolo dove affrontava la questione tornata d’attualità del «merito» a scuola: «Come si calcola il merito? E chi stabilisce la scala di valori? E, poi, una volta stabilita questa, chi farà da misuratore? E chi controllerà i misuratori? E chi controllerà i controllori dei misuratori?» Tutte domande, e risposte, per le quali dobbiamo continuare a leggere Alessandro Leogrande.

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Liborio Conca

Roma, Sud

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La Puglia è uno stato d'animo. La si ritrova ovunque anche nella Capitale: ed ecco che tra ulivi sempiterni e luoghi del cuore si possono scovare angoli pugliesi anche a Roma.

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