Buongiorno! Ecco perché! Scusate se parto già come se continuassi un discorso qualsiasi già iniziato. Ogni volta, ad ogni cosa, c’è una spiegazione. Ecco perché! Ecco perché a Bari, chiunque si mette a fare teatro o ad apparire con una scusa qualunque.
Bene, arriviamo al dunque. Ho scoperto che Shakespeare era un impostore. L’altro giorno ho incontrato Michele Mirabella il quale mi ha chiesto: «Gianni hai mai letto Shakespeare?». Gli ho risposto: «No… chi l’ha scritto?».
E lui di rimando: «John Florio». E io incuriosito gli ho chiesto: «E chi era?».
Ecco, questa domanda se l’era fatta, quindi, John Florio che infatti come prima cosa si chiedeva «Essere o non essere?».
Questo fu un problema.
Al tempo i problemi già c’erano. Shakespeare era un analfabeta, un ignorante del 1600 circa. John Florio era, invece, uno ricercato dall’Agenzia delle Entrate e per questo motivo, oltre a cancellarsi dalla Siae, intestò tutti i suoi capolavori a William (Guglielmo) Shakespeare. Uno dei primi testi fu Guglielmo e Romeo, ma al tempo sembrò troppo audace come coppia e diventò Giulietta e Romeo, prendendo spunto anche dalla marca di automobili.
Quindi Re Lear diventò una gara di automobili? Ma tutto questo si svolse a Verona?
No, Verona non c’entra niente.
E Antonio e Cleopatra? E la Bisbetica domata? E Amleto? Niente, a Florio da un orecchio gli entrava e dall’altro gli usciva, tanto che se ne andò a Milano. Ma perché, ci chiediamo, a Milano c’era l’otorino? No.
Ci andò per bere e dimenticare il suo insuccesso che fu il successo di un altro.
Quindi, quel famoso Shakespeare che molti si sono vantati di conoscere, portandolo in scena anche a Bari, non è stato altro che un truffatore storico della letteratura teatrale?
Io non ci posso credere.
Ecco perché. Adesso si spiega il motivo per il quale così come Shakespeare si è spacciato autore di teatro, a Bari molti si spacciano come attori di teatro. Ecco perché!
Bisognerebbe chiarire ogni termine per quello che davvero è, anche perché una parola può sempre, o quasi, avere almeno due significati.
Per esempio, a Bari dire: «Mi sento di fottere», vuol dire mi fa rabbia e non …mi va di copulare, anche se, certe volte, come dice la credenza popolare, il pelo di una femmina tira un bastimento. E su questo siamo tutti d’accordo.
Gli equivoci sono sempre tanti, ed è per questo che è meglio avere la luna di traverso che il sole in faccia. Ecco perché.