«Non si tocca il sangue del partito. Non ci saranno trasfusioni verso i civici di Decaro». «Attenzione sull’Urbanistica, in Puglia non passa il modello Sala-Milano». Ecco due battute emblematiche del clima interno al Pd dopo la bagarre per l’indicazione dell’eurodeputato barese come candidato governatore e mentre sono in corso sui territori le direzioni provinciali. Questi organismi, convocati ad horas, hanno discusso di contenuti - ma c’era già stato un accurato lavoro sul programma promosso da Domenico De Santis - e soprattutto delle coordinate per formare delle liste competitive. «Il Pd deve essere di gran lunga il primo partito della coalizione»: questo il mantra su cui lavora tutta la classe dirigente, che con senso di responsabilità ha superato (temporaneamente) le polemiche più scivolose. «Certo non è stato un bello spettacolo quello di queste settimane, anche perché la discussione interna non c’è stata», sibila un esperto dirigente salentino. L’unico accordo politico che filtra finora è l’intesa tra la leadership dem e Decaro di non accogliere esponenti del partito nelle sue civiche (patto la cui tenuta andrà misurata nelle prossime settimane)...
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