La società Barone di Mare ha ottenuto 3,9 milioni di contributo regionale per la realizzazione di un resort a Torre dell’Orso attraverso l’utilizzo di fatture «soggettivamente false» che hanno tratto in inganno gli uffici di Puglia Sviluppo. È per questo che la Corte dei conti ha condannato la società salentina e il suo ex legale rappresentante Hermes Mazzotta, 31 anni, a restituire l’intero finanziamento pubblico con i relativi interessi. La vicenda si incrocia con il processo penale di Lecce che, per gli stessi fatti, vede imputate 18 persone tra cui anche l’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, e i suoi figli tra cui Paride, coordinatore provinciale di Forza Italia a Lecce e appena rieletto consigliere regionale con 10.539 preferenze.
La Procura della Corte dei conti diretta dalla dottoressa Carmela de Gennaro come spesso accade è arrivata prima dei colleghi penali. I giudici contabili (presidente Daddabbo, relatore Grasso, De Corato) hanno infatti accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Lucia Minervini che, sulla base delle informative della Finanza, ha contestato alla Barone di Mare la violazione dei regolamenti regionali sull’erogazione dei fondi del Pia Turismo mettendo su «un sistema di interposizioni fittizie finalizzato a mascherare la reale filiera dei lavori»...
















