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Albergo Inghilterra, icona dell’arte a Roma

 
Barbara Bonura

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Albergo Inghilterra, icona dell’arte a Roma

Albergo Inghilterra a Roma (foto collezione.starhotels.com)

Oggi la struttura fa parte della prestigiosa collezione della Starhotels, e mantiene quel fascino iconico appunto, tipico dei luoghi di eleganza assoluta

Venerdì 21 Ottobre 2022, 16:06

22 Ottobre 2022, 19:39

C’era una volta la Roma del Cinquecento, tra la splendida piazza di Spagna ed il rincorrersi di stradine interne che si intrecciano accanto alla «regina» via Condotti.
Una Roma in cui si muovevano già Raffaello, Leonardo e Michelangelo, in sostanza la capitale dell’arte da cui proveniva il grosso degli incarichi da parte di principi romani e della Chiesa ai geni del tempo...

In quell’angolo tra via Borgognona e via Frattina, e di fronte al maestoso edificio, residenza della famiglia Torlonia, un delizioso palazzo su via Bocca di Leone assume il ruolo di foresteria per gli ospiti dei principi romani. Sarà proprio questa la struttura che, nel 1845, verrà trasformata nell’iconico Albergo Inghilterra.
Incredibile come l’intima geografia di una città possa raccontare la storia. In effetti via Bocca di Leone ebbe un ruolo molto particolare: trovandosi a poca distanza da piazza di Spagna ebbe un suo specifico sviluppo, votato allo scopo di fornire i servizi alla stazione della piazza: alberghi, botteghe ed anche quelle particolari officine per le carrozze chiamate «facocchi», e tantissime osterie e locande di cui purtroppo non è rimasta traccia. Salvo il fantastico Albergo Inghilterra.
Oggi la struttura fa parte della prestigiosa collezione della Starhotels, e mantiene quel fascino iconico appunto, tipico dei luoghi di eleganza assoluta.
È uno tra i più ricercati dalla clientela internazionale ma anche da italiani di calibro che amano e amavano soggiornarvi «a prescindere».

Tra questi, anni addietro, la poliedrica Marta Marzotto, che qui soleva ricevere in dono fiori bianchi in tale numero da rendere la vita difficile al personale chiamato a sistemarli. L’albergo è un perfetto mix tra la storia e la modernità, e ciascuna delle 84 tra camere e suite presenta uno stile personalizzato, con tessuti pregiati e colori vivacissimi, quasi che oltre ogni porta si potesse entrare in mondi diversi.

Insomma, una dimora aristocratica nel cuore di Roma, che si chiama così in omaggio al celebre poeta inglese Keats che, insieme a Byron e Shelley, lo considerò la location preferita durante le sue visite romane. Evidentemente le «Spanish Steps» dovevano essere per questi inglesi di rango un’attrazione irresistibile, tant’è che vissero per un periodo in un palazzetto ai piedi della scalinata, oggi divenuto spazio museale per i visitatori di tutto il mondo.
Ma le frequentazioni al top sono state sin da subito prerogativa dell’Albergo Inghilterra: di qui sono passati da Franz Liszt ad Henry James, da Hemingway fino alla Taylor e Gregory Peck. E soprattutto, nel 1855, vi soggiornò papa Pio IX per far visita a Sua Maestà don Pedro, re di Portogallo: un passaggio che si evince dalla lapide posta all’ingresso. Il che dimostra che, malgrado il suo nome, l’hotel non fu punto di riferimento esclusivamente per turisti inglesi.

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Barbara Bonura

Albergo Italia

Biografia:

Quante storie si nascondono nelle mura di un hotel. Il diario di bordo scritto da Barbara Bonura negli alberghi più belli e suggestivi dello Stivale.

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