Un insetto sudamericano potrebbe distruggere le poche palme ornamentali risparmiate dal micidiale punteruolo rosso. Ed è un ambientalista sempre «profetico» a lanciare l’allarme. Intanto slitta di tre settimane l’approvazione del decreto del Ministero delle Politiche Agricole sul reimpianto degli ulivi nel Salento. Un rinvio necessario dopo le proteste arrivate dagli olivicoltori, che hanno proclamato lo stato di agitazione: «Una follia inutile, destinata a bloccare definitivamente ogni speranza di rinascita del settore» dicono da Confagricoltura Lecce e Aprol.
La provincia di Lecce nuovamente sotto assedio, con il verde urbano ed agricolo in sofferenza. L’ultimo allarme lo lancia il responsabile regionale della Lida, Massimo Vaglio, che annuncia l’arrivo in grande stile (i primi nidi stanno divorando le palme nella villa comunale di Nardò, centro più popoloso del leccese) di Paysandisia archon, un lepidottero originario dell’Argentina e dell’Uruguay.
Vaglio non è un osservatore qualunque: nel 2009 individuò i primi esemplari di bruchi di punteruolo rosso che stavano svuotando le palme secolari della zona costiera di Santa Maria al Bagno; poi disse che il filare monumentale di via Kennedy, a Nardò, sarebbe presto scomparso. Nel 2014 annunciò che la Xylella stava devastando un grande uliveto in contrada Pizzo di Quarta. Di recente ha fatto aprire gli occhi sulla scomparsa generalizzata dei gerani da ogni balcone, a causa di un insetto. Ieri ha spiegato questo enorme “farfallone” argentino (l’apertura alare è di dieci centimetri) non ha antagonisti naturali nel Salento, ha abitudini notturne e non esistono uccelli o mammiferi che possano predarlo. Si nutre, infine, di palme che fino ad ora erano state risparmiate: «Nella nostra città – spiega Vaglio - ho accertato la presenza di diversi focolai di Paysandisia archon sia su aree di proprietà comunale che su aree private dove sono stati colpiti e portati al disseccamento diversi esemplari di Chamaerops humilis e di Trachycarpus fortunei. Può distruggere anche altre palme ancora più diffuse in città, quali le Washingtonie. Pertanto, in ossequio alla legge vigente in materia che prevede la lotta obbligatoria, si ritiene fondamentale la prevenzione e la prontezza nel rilevare i sintomi di attacco incaricando del monitoraggio un tecnico competente in materia. Sarebbe grave se questa segnalazione fosse ignorata o sottovalutata come fu fatto per le altre segnalazioni in passato».
Sul fronte reimpianto degli ulivi per resistere all’emergenza Xylella, la speranza è nel cambio di rotta: «Siamo certi si possa pervenire ad una soluzione condivisa e di buon senso – dice il presidente di Aprol Lecce, Pantaleo Greco – altrimenti continueremo nello stato di agitazione. Chiediamo una autorizzazione unica che possa sbloccare definitivamente il reimpianto di ulivi». Nell’autunno scorso l’Ue ha concesso il via libera in seguito all’individuazione di alcune cultivar ritenute tolleranti, Leccino e Favolosa in particolare. Bruxelles ha poi demandato allo Stato italiano la possibilità di concedere deroghe al divieto generalizzato esistente dall’inizio della fitopatia. Quel decreto che ieri è stato rinviato.