GALLICCHIO - «Cristo si è fermato ad Eboli, il gas a Montemurro». Parafrasando il famoso libro di Carlo Levi, Gallicchio e altri sette paesi della bassa val d’Agri protestano perché, contrariamente agli altri centri della valle sono costretti a pagare il gas che si estrae dal sottosuolo. Questo perché sono stati esclusi dall’accordo per la fornitura gratuita siglato da Regione, comune di Viggiano, Eni e Shell come ristoro per le ricadute dell’attività petrolifera. Così, ieri mattina il movimento «Quinta colonna» ha promosso una manifestazione di protesta all’altezza del bivio per Gallicchio sulla fondovalle dell’Agri. Alla manifestazione sono stati invitati anche gli abitanti di Armento, Corleto, Guardia Perticara, Missanello, Sant’Arcangelo, Roccanova e Aliano. Per loro niente gas gratuito. Infatti, questi paesi sono rimasti fuori dalle linee guida tracciate da Regione, comune di Viggiano e compagnie petrolifere (Eni e Shell) per la fornitura gratuita di gas (45mila metri cubi al giorno, ossia 16 milioni 425 mila metri cubi all’anno) nei comuni di Marsicovetere, Marsico Nuovo, Paterno, Tramutola, Sarconi, Montemurro, Moliterno, Grumento Nova e Spinoso.Questo perché una normativa del 2004 ha permesso al comune di Viggiano di negoziare direttamente con le compagnie petrolifere una forma di ristoro per l’aumento delle estrazioni nell’area della val d’Agri. Ristoro che verrebbe concesso, una volta redatto un disciplinare tecnico, anche ai comuni della valle nei quali si estrae l’oro nero e a quelli immediatamente prossimi ma non agli otto comuni della bassa val d’Agri che ieri sono scesi in piazza in segno di protesta.
In piazza ieri mattina c’erano anche i sindaci di Gallicchio e Aliano, Pasquale Sinisgalli e Luigi De Lorenzo. I promotori della manifestazione, però, si aspettavano una partecipazione popolare più massiccia. La gente non era molta. Secondo Filippo Massaro del Csail – Indignati lucani, la protesta degli abitanti di Gallicchio, Armento, Corleto, Guardia Perticara, Missanello, Sant’Arcangelo, Roccanova e Aliano «è solo l’altra faccia della medaglia gestione idrocarburi perché riprova l’incapacità a gestire in maniera equa e senza figli e figliastri le nostre risorse energetiche. Si ripete esattamente la situazione di sperequazione che da anni si registra tra i comuni della val d’Agri e del Sauro attraverso la divisione delle royalties».