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Ottimizzazione e recupero funzionale dell'invaso Pappadai, la tavola rotonda

 
Redazione online

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Opera iniziata 30 anni fa e mai finita, nei prossimi giorni il Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia affiderà i lavori del I e II lotto

Mercoledì 23 Aprile 2025, 12:32

17:53

Pappadai: valorizzazione e sviluppo del territorio” questo il titolo della tavola rotonda che si è svolta oggi negli spazi di una delle più note opere incompiute della Puglia, iniziata 30 anni fa e mai finita. L’evento è organizzato dal Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia che nei prossimi giorni affiderà i lavori del I e II lotto per l’“Intervento di ottimizzazione e recupero funzionale delle opere, degli impianti e delle apparecchiature dell’invaso Pappadai” in provincia di Taranto.

CIA PUGLIA

“La riattivazione dell’invaso artificiale del Pappadai, struttura situata nel territorio di Monteparano (Taranto), può essere il primo passo importante verso una generale riorganizzazione del sistema idrico-irriguo nel nord Salento ed è l’esempio da seguire per una più vasta ‘governance dell’acqua’ che riguardi tutta la Puglia e metta in rete le regioni del Mezzogiorno, superando ostacoli e contrapposizioni degli ultimi 20 anni”. Intervenendo alla cerimonia che ha tenuto a battesimo la consegna dei lavori per la riattivazione del Pappadai, il presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani Gennaro Sicolo è tornato sulla questione siccità e sulla necessità di affrontare strutturalmente il problema. La riattivazione del Pappadai è un’opera attesa da molti anni che torna finalmente protagonista nella lotta alla siccità che affligge la Puglia. L’invaso, situato nel territorio di Monteparano, sarà presto operativo, segnando una svolta decisiva nella strategia regionale per la gestione della risorsa idrica. Il nuovo corso è stato ufficializzato oggi, mercoledì 23 aprile, nel corso di una conferenza istituzionale intitolata “Il Pappadai: Valorizzazione e sviluppo del territorio”, organizzata direttamente presso l’invaso.

Il ritorno in funzione dell’infrastruttura comporterà vantaggi ambientali, economici e agricoli. L’acqua accumulata nel bacino sarà destinata all’irrigazione di 10mila ettari, compresi quelli del nord Salento, duramente colpiti dalla Xylella, dove si potrà ora procedere al reimpianto degli ulivi. L’obiettivo è duplice: contenere i costi, ridurre l’impatto ambientale e potenziare la redditività del settore primario. A guidare l’intervento è il Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia, che dal gennaio 2024 ha ereditato anche le competenze del soppresso Consorzio Speciale per la Bonifica di Arneo. L’ente ha già completato la progettazione e l’affidamento di due cantieri fondamentali: il primo per il recupero dell’invaso del Pappadai, il secondo per il ripristino funzionale del sistema Irrigazione Salento, con particolare riferimento ai nodi idraulici di Monteparano e Sava.

Alla cerimonia di consegna dei lavori sono intervenute autorità nazionali e regionali. Sono intervenuti, tra gli altri, Francesco Ferraro, commissario del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia, Donato Pentassuglia, assessore regionale all’Agricoltura e alle Risorse Idriche, e Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario all’emergenza idrica. Importante l’intervento di Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia, infatti, ha spiegato come si stia lavorando a un nuovo sistema della gestione idrica che metta insieme, oltre a territorio e istituzioni pugliesi, anche le Regioni Campania, Molise e Basilicata. In questo senso, naturalmente, sarà fondamentale il ruolo del Governo nazionale per trovare metodi e obiettivi condivisi che superino le incomprensioni alla base delle difficoltà attuali nella concertazione tra regioni attigue delle azioni necessarie a garantire il fabbisogno idrico-irriguo con benefici per tutti i diversi territori regionali. La riattivazione dell’invaso del Pappadai rappresenta quindi molto più di un semplice progetto tecnico. È l’avvio di una nuova stagione di collaborazione istituzionale, in cui pubblico e privato lavorano insieme per garantire sostenibilità, efficienza e resilienza alle attività produttive del territorio.

IL PUNTO DI COLDIRETTI

All'incontro presenti il commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia, Centro Sud Puglia, il commissario straordinario all'emergenza idrica, il segretario generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale, il presidente del Consiglio di Amministrazione di Acque del Sud Spa, il presidente Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutelo del territorio e acque irrigue, insieme ai presidenti di Cia Puglia, Coldiretti Puglia, Confagricoltura Puglia e Copagri.

«Serve agire tempestivamente per ottimizzare ed arrivare al recupero funzionale dell’invaso Pappadai, con le procedure di affidamento dei lavori dell’invaso aperte nel marzo 2024 per dare vita anche al sistema di “Irrigazione Salento”, con il quale si potrà dare avvio all’irrigazione di circa 9mila ettari di terreno. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in relazione alla tavola rotonda sul “Pappadai: valorizzazione e sviluppo del territorio” presso l’impianto dell’invaso  Pappadai, una delle più note incompiute della Puglia, un’opera iniziata 30 anni fa e mai finita».

“La Diga del Pappadai è entrata nell’agenda di Governo e della Regione Puglia delle opere pubbliche da attenzionare, dopo il sopralluogo organizzato da Coldiretti Puglia con il sottosegretario di Stato all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra sulla diga che avrebbe dovuto portare l’acqua nelle campagne tarantine e salentine, opera idraulica in provincia di Taranto costruita tra il 1994 ed il 1997, rimasta abbandonata per 30 anni”, ricorda Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.

La ottimizzazione ed il recupero funzionale delle opere dell’Invaso Pappadai – spiega Coldiretti Puglia -  consentirà, durante il periodo invernale, di accumulare una riserva idrica nell’invaso di circa mc. 19.900.000, ma ci sarà anche il recupero funzionale delle opere ed impianti facenti parte del sistema Irrigazione Salento con interventi sui nodi e sulla condotta che partendo dall’invaso Pappadai giunge alla Vasca di Sava, dove con la chiusura della condotta che servirà le aree irrigue del Sistema Irrigazione Salento, si consentirà l’accumulo della risorsa idrica dell’invaso Pappadai.

“Determinante in Puglia  ripartire dalle incompiute, dagli interventi di manutenzione straordinaria della diga di Saglioccia, realizzata negli anni 80 e mai entrata in esercizio, con lo sbarramento sul torrente omonimo, affluente di destra del fiume Bradano, in agro di Altamura, in località Tempa Bianca”, incalza Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare l’importanza ‘del recupero funzionale della Diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti”, aggiunge Piccioni.

La diga in pietrame con manto, con una quota di massimo invaso di 108,5 metri sul livello del mare, mai utilizzata e di fatto abbandonata – aggiunge Coldiretti Puglia – sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti. Altre opere invece sono ancora in lista di attesa come il completamento delle opere di sistemazione idraulica e di conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona a protezione dell’area irrigua di San Nicandro Garganico, con inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993 e sul torrente Scarafone, con inizio lavori ad ottobre 1990 interrotti nel luglio 1992 in provincia di Foggia, Il completamento e la sistemazione del bacino Capo D’acqua ed utilizzo irriguo acque alte.

La tropicalizzazione del clima sottopone ormai ciclicamente, incalza Coldiretti Puglia, alla violenza di nubifragi e bombe d’acqua che si abbattono su un territorio fragile, dove l’incuria e la mancanza di opere di manutenzione ordinaria dei canali e delle reti di scolo aggravano la situazione. Serve un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di non gravare di oneri impropri i consorziati, già colpiti sia patrimonialmente che nella formazione del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione delle strutture di bonifica e che realizzi investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, avvii fattivamente interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.

Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di ac qua piovana oggi ferma ad appena l’11%, sostiene Coldiretti nel precisare che insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – continua Coldiretti – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale – conclude Coldiretti - per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare.

LE PAROLE DI EMILIANO

Sono state avviate le opere infrastrutturali per fare in modo che la diga del Pappadai entri presto in funzione contrastando gli effetti della siccità e dando respiro al mondo agricolo. I lavori sono stati presentati questa mattina, su un’area dell’invaso del Pappadai, nel territorio di Monteparano in provincia di Taranto. "Oggi rilanciamo un’idea nuova per la gestione della risorsa idrica in Puglia e in tutto il Mezzogiorno - ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano - che consenta a regioni come Molise, Campania, Calabria o Basilicata, di utilizzare ciò che già è nella nostra disponibilità, grazie a programmi a breve termine, come la diga del Pappadai, e a medio termine, come quella del Liscione in Molise. L’acqua è un patrimonio comunitario che deve essere condiviso secondo uno schema giusto, assicurato da un rapporto tra il governo centrale e le società che devono distribuire l’acqua».
«Acquedotto Pugliese - ha proseguito - è pronto ad essere la parte principale del soggetto unico per la distribuzione dell’acqua in tutto il sud Italia. Cucire una governance così complessa su un bene così essenziale è un’operazione politica di grande livello, alla quale come Regione Puglia abbiamo dato disponibilità, come l’ha data il presidente del Molise a condividere l’acqua della diga del Liscione e di questo lo ringrazio». «Questo - ha concluso Emiliano - non è solo un problema tecnico, ma è un problema di natura politica e noi siamo pronti a discuterne con il commissario e col governo senza nessun tipo di prevenzione».
«Abbiamo stanziato i primi 6 milioni che - ha dichiarato l'assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia - hanno determinato opere che, di fatto, consentono l'utilizzazione vera e piena di questa diga, fiore all’occhiello per la Puglia in termini di utilizzazione di risorse idriche, specie in questo momento storico». «Un momento importante per la Puglia e soprattutto per il mondo agricolo - ha sottolineato commissario straordinario del Consorzio Unico di Bonifica Centro Sud Puglia, Francesco Ferraro - perché si riprende un’opera che è stata pensata nel piano Marshall, ripresa e realizzata con la Cassa del Mezzogiorno ma mai entrata in funzione».

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