Bari - Finalmente a casa il tesoro archeologico di quasi 800 pezzi recuperato in Belgio. L'operazione è stata eseguita dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, con il contributo di EUROJUST.
Le indagini sono iniziate nel 2017, dopo una segnalazione del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia. Nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga - veniva ipotizzato - c'erano una stele daunia tipica dell’area archeologica di Salapia, in quanto pubbliata su un catalogo
realizzato in occasione della mostra intitolata “L’arte dei popoli italici dal 3000 al 300 a.C.”, tenutasi dal 6 novembre 1993 al 13 febbraio 1994 presso il Museo Rath di Ginevra (Svizzera), e su quello dell’esposizione che ha avuto luogo presso il Museo Mona-Bismarck Foundation di Parigi (Francia) dal 1° marzo al 30 aprile 1994.
Il reperto era incompleto nella parte centrale. Mancava un’iscrizione decorativa corrispondente a un frammento custodito presso il Museo Archeologico di Trinitapoli (BAT) che, secondo l’intuizione di un funzionario del Laboratorio di Restauro,
completava il disegno del margine inferiore dello scudo e la parte superiore del guerriero a cavallo, raffigurati nel manufatto.
I successivi accertamenti effettuati in Svizzera tramite l'Interpol e gli elementi investigativi raccolti sul potenziale possesso di ulteriori reperti ceramici di interesse storico-artistico, trafugati da corredi funerari di tombe scavate clandestinamente in territorio apulo, hanno portato i Carabinieri del Nucleo TPC di Bari a chiedere alla Procura di Foggia, un Ordine Europeo di Indagine (OEI) per la ricerca e il sequestro di ulteriori beni archeologici di provenienza italiana potenzialmente nella disponibilità del collezionista in Belgio. Che risultava tra l’altro fra i partecipanti ad alcuni convegni sulla Magna Grecia nell'ambito di una rassegna annuale che si svolge a Taranto e alla quale partecipano numerosi collezionisti e studiosi.
Nel dicembre 2018 la Procura ha individuato la stele daunia presso l’abitazione del collezionista in un comune della
provincia di Anversa, verificando che il frammento conservato presso il Museo di Trinitapoli era perfettamente sovrapponibile e completava la parte mancante del disegno della stele. Nel corso della perquisizione è stato recuperato un vero e proprio tesoro archeologico, costituito da centinaia di reperti in ceramica figurata apula e altre stele daunie, tutte illecitamente esportate dall’Italia, che sono state quindi sottoposte a sequestro in Belgio. I reperti sequestrati hanno un valore di 11 milioni di euro.